Perché gli storici si interessano a Gesù di Nazaret? Che cosa significa credere in Gesù Cristo? Come si articola un dogma cristologico? Come si coltiva una spiritualità cristocentrica? Questo libro propone un avvicinamento progressivo alla persona e all'opera di Gesù Cristo attraverso l'accostamento e la sovrapposizione di sguardi diversi e complementari. La cristologia viene presentata come riflessione d'insieme sulla confessione di fede della Chiesa e il lavoro teologico non verte direttamente sulla persona e l'opera di Gesù, ma sul modo in cui la sua persona e la sua opera sono proclamate nella professione di fede del cristiano. Il volume si colloca in una collana di testi rigorosi e agili a un tempo, rivolti soprattutto al pubblico di università, facoltà teologiche, istituti di scienze religiose e seminari.
Compendio o "simbolo" della fede, il Credo indica prima di ogni altra cosa la risposta mutabile (ne esistono dozzine di formule) a una Parola immutabile che ci precede e ci interpella, una Parola che si condensa in Gesù Cristo e che si riflette nella Scrittura. L'"antenato" del Credo è un genere di testo di cui abbiamo espressioni significative già nelle opere dei primi secoli cristiani: è la regula fidei, la "norma della fede", che non ha una forma fissa, ma che assomiglia piuttosto a un'"idea musicale" presentata sempre in una qualche concreta "variazione". Essa è il racconto sintetico dell'opera di salvezza che dal Padre, per Cristo e nello Spirito, raggiunge l'uomo e il mondo.
Descrizione dell'opera
Negli anni del concilio la Chiesa ha potuto rendersi sempre più familiare con la propria tradizione patristica, portando a compimento quei movimenti che avevano già preso avvio nei decenni precedenti.
La ricerca punta a ricostruire la coscienza dei padri conciliari intorno alla rilevanza del «ritorno alle fonti» - soprattutto le fonti patristiche, particolarmente presenti nella Lumen gentium - in rapporto tanto all'evento di cui erano protagonisti, quanto ai compiti affidati da Giovanni XXIII al concilio e alla situazione di Chiesa che la vicenda conciliare doveva contrassegnare in modo tanto profondo.
Lo studio prende in esame soprattutto l'elaborazione del de Ecclesia, soffermandosi in specie sul dibattito conciliare, con l'intento di cogliere le linee di sensibilità e di attenzione dell'assemblea a quel ritorno alle fonti al quale avevano lavorato, in un clima a tratti molto difficile, alcune delle figure più significative della teologia europea, che proprio in questo modo avevano contribuito a preparare il terreno all'evento conciliare. «I Padri appartengono anche a un passato dal quale ci separano secoli. [...] Al Vaticano II va riconosciuto, crediamo, di aver evitato ogni tentazione nostalgica, ogni archeologismo indebito, nel richiamarsi alla grande tradizione della Chiesa. [...] Il concilio ha saputo custodire la giusta tensione fra la ritrovata familiarità con i Padri e il riconoscimento dell'alterità» (dalla Conclusione).
Sommario
Introduzione. Abbreviazioni. I. DALL'APOLOGETICA AL RINNOVAMENTO TEOLOGICO: LO STUDIO DEI PADRI NELLA PRIMA METÀ DEL NOVECENTO. 1. Gli studi patristici e l'ecclesiologia nella prima metà del Novecento. 2. Il ritorno alle fonti: un tema controverso. 3. I Padri nel cammino verso il concilio. II. I PADRI DELLA CHIESA NEL DIBATTITO CONCILIARE SUL DE ECCLESIA. 4. Il de Ecclesia: lo schema preparatorio e il dibattito nella Commissione centrale preparatoria. 5. Il de Ecclesia al concilio: il dibattito nel primo periodo. 6. "Chiesa, che dici di te stessa?" L'elaborazione del de Ecclesia nel secondo periodo. 7. Verso la Lumen gentium: l'elaborazione definitiva del de Ecclesia. III. IL VATICANO II E LA CHIESA DEI PADRI: ELEMENTI PER UN BILANCIO. 8. La Lumen gentium come espressione di un'ecclesiologia patristica. 9. I caratteri patristici del concilio Vaticano II: prospettive e limiti. Conclusioni. Appendici. Bibliografia.
Note sull'autore
DANIELE GIANOTTI è presbitero della diocesi di Reggio Emilia - Guastalla. Ha compiuto la formazione teologica a Roma, dove ha studiato filosofia e teologia all'Università Gregoriana (1976-1981) e patristica all'Istituto Patristico «Augustinianum» (1981-1985). Dal 1985 insegna teologia sistematica presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia, di cui è stato direttore dal 2005 al 2010. È docente di teologia sistematica anche alla Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna, dove è coordinatore del Dipartimento di storia della teologia.
Queste meditazioni su Gesù Cristo nascono dal desiderio dell'autore di contemplare, in colui che è la Parola definitiva del Padre, anche la risposta piena e radicale dell'uomo a Dio che si rivela. Le riflessioni qui proposte si propongono di esplorare qualche aspetto: l'esistenzialità di Gesù, la sua obbedienza e la sua prova, la povertà e la preghiera, la santità, l'amore, la morte e la speranza...