«Verga - scrive Gioanola - era stato per me la scoperta, davvero emozionante, della bellezza della letteratura: avevo diciotto anni e mi stavo preparando per l’esame di maturità, seduto sul sentiero della vigna di mio padre, e I malavoglia che mi accingevo svogliatamente a leggere, mi si rivelarono, di colpo, un’autentica meraviglia. In tutti gli anni del liceo, purtroppo, avevo accantonato ogni interesse per le cose letterarie, a causa del pessimo insegnamento della materia. Ritornando, dopo più di sessant’anni, sull’opera dal Verga, in tutta la sua completezza, mi sono accorto che l’autore ha vissuto una stagione creativa molto breve, pochi anni nella sua lunga attività letteraria, al centro dei quali brilla la stella purissima del grande romanzo, accompagnata da sette o otto novelle di altissimo valore poetico. Dopo c’è immediatamente la caduta dei racconti di Per le vie e quindi la ripresa faticosa, allontanata a motivo del successo teatrale di Cavalleria rusticana, del Mastro-don Gesualdo». Il libro, come accenna il titolo, è puntato essenzialmente sulle cose di assoluto rilievo, tutte racchiuse nel tempo brevissimo che va dal ritorno a Catania e la morte della madre alla decisione di risiedere a Milano, prima del lungo rifugio in patria. Quella morte decise l’autore a fare della Sicilia il solo vero epicentro della sua creatività, come se il lutto avesse acceso e spento insieme il suo talento.
Quella di Ivan e Dominik è una favola capace di offrire uno sguardo diverso su un mondo mai come oggi conosciuto prevalentemente per luoghi comuni. Sullo sfondo vi sono le difficoltà che nascono dalla condizione di marginalità in cui vivono i due ragazzi, in un villaggio di Rom, ma anche la musica, i balli, le feste e la ricca immaginazione dei piccoli fratelli. Età di lettura: da 8 anni.