Scrivere richiede fatica, applicazione, esercizio per tradurre un’idea o condividere sentimenti in un modo che non è dato in partenza ma è frutto di prove, correzioni e nuovi tentativi. Scrivere, dunque, assomiglia alla vita; per questo l’abilità di scrittura che va educata a scuola dev’essere applicata al vero e legata a situazioni concrete.
L’esperienza collettiva de Il selfie bugiardo nasce proprio dal bisogno di riflettere con e per i ragazzi del quarto anno di Scuola primaria su un aspetto sempre più determinante della loro vita: l’ossessivo bisogno di apparire attraverso l’immagine virtuale di sé.
Complici smartphone e altre tecnologie, l’abitudine di scattarsi fotografie da soli e di pubblicarle sui social network è diventata una vera e propria mania. Si immortala ogni momento dell’esistenza con scatti che vogliono essere a tutti i costi originali ed efficaci, degni di essere condivisi con gli “amici virtuali”.