La favola è la più antica forma di narrazione breve, presente fin dall’antichità classica e rintracciabile nelle tradizioni di tutti i popoli.
Gli animali e gli esseri vegetali o inanimati che ne sono i protagonisti, assumono modi di comportarsi, vizi e virtù degli uomini, di cui rappresentano un singolare alter ego. Il mondo delle favole è un mondo ordinato: non riserva colpi di scena e mostra chiaramente dove si trova il bene e dove il male.
Proprio per questo la narrazione favolistica è un formidabile strumento educativo che, divertendo, insegna le piccole verità della vita e i suoi valori fondamentali.
La scuola non è una bolla nella quale i bambini fluttuano tra regole di geometria, analisi grammaticale e filastrocche, ma è una realtà immersa nel territorio e ne assorbe, chiaramente, le problematiche.
Come prescindere dunque dagli effetti che le notizie di stampa e TV, i dibattiti e i provvedimenti per contrastare i terribili effetti dell’inquinamento da Pfas* hanno sui nostri allievi? Come non rispondere al loro senso d’insicurezza?
Dal bisogno di sapere per capire nasce La fabbrica delle nuvole, una storia che non sottovaluta il problema, ma non cede al pessimismo, attraverso la forza della consapevolezza condivisa.
Il mondo è uno soltanto, come “unico” è il legame tra uomo, ambiente, risorse e inquinamento. Questa idea di unicumè il contesto in cui è nata La fabbrica delle nuvole con la quale abbiamo voluto superare una didattica sull’ambiente a favore di una didattica per l’ambiente, basata sui comportamenti, sui valori e sui cambiamenti di mentalità che permettano di “agire localmente, ma pensare globalmente”.