L'idea di un predominio europeo nella storia mondiale ha ispirato molte teorie della società e della cultura. Si riteneva che dall'antichità al capitalismo, attraverso feudalesimo e Rinascimento, vi fosse una progressione lineare che in Europa aveva trovato compimento. Ancora oggi molti credono in un "miracolo" europeo cui sarebbe dovuta la supremazia globale dell'Occidente. Goody smantella sistematicamente questa visione eurocentrica. Se un miracolo si è davvero dato, ha avuto per protagonista non l'Europa, ma l'Eurasia, a partire dalla rivoluzione urbana e dall'invenzione della scrittura, che interessarono Medio Oriente, Cina e India ben prima del nostro continente. Iniziò così uno scambio di esperienze e conoscenze tra Oriente e Occidente che li ha visti alternarsi nel ruolo di leadership. Se con il Rinascimento l'Europa avviò, grazie soprattutto alla secolarizzazione della cultura, un lungo ciclo di crescita, questa supremazia sembra oggi giunta ad esaurimento, con il ritorno del testimone nelle mani dell'Oriente.
Lo sviluppo dell'amore romantico, l'evoluzione delle cucine nazionali e regionali, la "globalizzazione" del cibo cinese, la storia degli svariati tabù relativi a determinati tipi di alimenti e di bevande, l'unicità della famiglia europea: sono questi i temi differenti e affascinanti affrontati da Goody, nel suo muoversi liberamente tra Europa, Asia e Africa. Partendo da una serrata analisi del dibattito sullo sviluppo sociale nelle teorie classiche ma anche nel pensiero degli autori contemporanei, Goody applica le sue competenze di antropologo e sociologo comparatista nel dipanare i processi storici generali che si annidano fin nei recessi più intimi della nostra esistenza. Nella parte finale del volume, sfidando il relativismo dominante, prende in esame la complessità di un'analisi transculturale e punta il dito sulle incertezze implicate nel processo stesso di rappresentazione e comunicazione simbolica
È sufficiente il sottotitolo a chiarire la portata "sovversiva" dell'ultima tesi di uno dei maestri degli studi storici e antropologici contemporanei. Cosa c'è di più intimamente connaturato all'Europa, e in particolare all'Italia, di quella fase della storia e della cultura che prende il nome di Rinascimento? Su questa domanda, puro espediente retorico per esprimere una certezza, si fonda da secoli l'identità di un continente e l'intera storia universale: erroneamente, sostiene Goody; perché di Rinascimento non ce n'è uno solo - quello italiano ed europeo -, e quest'ultimo non è neppure l'unica radice della nostra nozione di modernità. Altri bacini culturali hanno avuto un loro Rinascimento e a essi, peraltro, quello europeo ha attinto nei secoli a piene mani. La democrazia, la libertà dell'individuo e dei commerci, lo sviluppo delle scienze, e il capitalismo stesso, non sono frutto esclusivamente della storia del vecchio continente e non avrebbero conosciuto il loro corso senza le contaminazioni e gli apporti provenienti dalla Cina, non meno che dall'India e dall'Islam. In un'ottica comparativa che trae alimento dalla sua lunga e approfondita conoscenza dell'Africa e dell'Oriente, Goody ci accompagna in un percorso a ritroso attraverso i fondamenti delle diverse civiltà, attraverso i concetti di democrazia, di tempo, di libertà, di amore, fino a destrutturare la teoria della supposta supremazia occidentale e a svelare i limiti della contrapposizione Oriente-Occidente.
Noto in Italia soprattutto per i suoi studi sulla famiglia e le forme di trasmissione culturale, Jack Goody si è ampiamente occupato di culture asiatiche e africane traendo, dal lavoro sul campo, la convinzione dell'inadeguatezza della contrapposizione Oriente/Occidente. Il pensiero storico e sociologico, ma spesso anche quello antropologico, hanno attribuito all'Occidente un ruolo di primo piano nei processo di modernizzazione messo in atto dalle rivoluzioni scientifiche, economiche e culturali. La gran parte della letteratura storica ha avuto come scopo di dimostrare l'unicità dell'Occidente: democrazia, libertà di commercio e dell'individuo, sviluppo delle scienze, capitalismo e altri aspetti di questa visione della storia. La supposta supremazia occidentale, in particolare, ha trovato i suoi cantori negli storici, che hanno "rubato la storia", rendendo marginali i contributi delle altre civiltà. Per Goody, invece, non esiste una specificità occidentale, e analoghi, o addirittura antecedenti, di concetti costitutivi della nostra civiltà - democrazia, tempo, amore romantico, tra gli altri - si possono rintracciare in culture non occidentali. Scopo del libro è contribuire alla creazione di una nuova metodologia comparativa per l'analisi incrociata delle culture, in grado di valutare più finemente le divergenze storte ed evitare semplificazioni delle differenze tra Est e Ovest.
La possibilità di conservare traccia del linguaggio parlato permise alle società dotate di scrittura non solo di sviluppare e accumulare conoscenza sul mondo ma anche di stabilire il proprio potere su culture basate su tradizioni puramente orali. Proseguendo una ricerca ormai più che trentennale, in questo libro Jack Goody sviluppa la propria concezione della scrittura come tecnologia dell'intelletto che introduce radicali differenze tra le società in pratiche legate al potere come la conservazione della memoria o le cerimonie religiose. La prospettiva storica e antropologica dell'autore contrasta con la concezione di Jacques Derrida del carattere "logocentrico" della tradizione filosofica, alla cui critica è dedicato un capitolo.
In una rassegna che comprende civiltà europee, asiatiche e africane del presente e del passato, in un arco di tempo che si estende per più di due millenni, Jack Goody analizza qui l'ambivalenza che molte società manifestano nei confronti delle immagini, del teatro, della narrativa di tipo realistico, delle reliquie e della sessualità. Tale ambivalenza è radicata in profonde contraddizioni cognitive implicite nell'idea stessa di icona, alternativa in varie forme alla "realtà", anche se è soprattutto nella sfera del divino, della rappresentazione della divinità, che esse assumono una particolare drammaticità, in quanto possibile sfida all'atto creativo.
La famiglia è il nucleo intorno al quale si sono variamente articolate nel tempo le relazioni sociali, politiche ed economiche della nostra civiltà. Jack Goody individua i momenti salienti della sua trasformazione storica dall'antichità ad oggi, soffermandosi sull'avvento del Cristianesimo, sull'età feudale, sul Rinascimento, sulla Riforma protestante, sulla Rivoluzione industriale, fino al nostro secolo. Alla sistematicità e alla completezza dell'informazione il volume aggiunge il pregio di un'originale chiave interpretativa. Goody guarda alla storia della famiglia europea in una prospettiva comparativa, dimostrando la sostanziale affinità del modello familiare europeo con quello delle società asiatiche e africane.