In un clima culturale di assenza paterna e disorientamento filiale, si sta diffondendo in Italia, da più di vent'anni, un'esperienza di catechesi fondata sui Dieci comandamenti. Un percorso di fede che ha incontrato una vasta popolarità, sia per l'elevato numero di partecipanti, sia per l'aiuto esistenziale ricevuto da molte persone.
Com'è possibile che oggi la Legge rivelata a Mosè - ovvero una delle sezioni più "indigeste" della catechesi -, trovi così tanti ascoltatori? Com'è possibile che un elenco di proibizioni dal sapore autoritario, ottenga una tale accoglienza nel cuore delle persone, al punto da farle riavvicinare alla Chiesa? L'Autore, tra i primi e principali promotori del percorso dei Dieci comandamenti, sintetizza in queste pagine la storia, il metodo e le prospettive di un'esperienza di fede che ha riportato il Padre al centro della vita cristiana del nostro tempo.
Senza vocazione in un mondo privo di destinazione, l'uomo contemporaneo sembra abbandonato alle proprie scelte e mosso da un disincantato e moderno desiderio di Dio, relegato nell'orizzonte di una sensibilità religiosa personalistica e privata, senza implicazioni di appartenenze religiose o morali concrete. Questa cultura del provvisorio, come l'ha definita papa Francesco, genera un'evidente difficoltà a perseverare in una scelta definitiva di vita consacrata. A partire dai dati statistici sugli abbandoni dei religiosi, lo studio si propone di comprenderne i possibili motivi psico-sociologici. L'autore cerca inoltre di individuare i caratteri propri - delineati dal magistero post-conciliare - della perseveranza dei consacrati e di tracciare un percorso in grado di avviare una "teologia della perseveranza" in dialogo con la cultura di oggi. L'intento è coniugare le fondamenta della tradizione cristiana con alcuni contributi della teologia contemporanea in grado di fondare ancora una scelta che sia "per sempre".