Questo libro è una sorta di portolano per intraprendere la navigazione che condurrà il lettore a trovare quell'isola recondita che tutti portiamo dentro l'oceano del nostro essere, onde aprire il forziere che custodisce quella piccola scintilla di energia divina, tesoro comune dell'umanità, che ognuno deve scoprire per suo conto.
Siamo in un tempo di grande apertura culturale, ma anche di grande smarrimento morale,intellettuale, religioso e spirituale. L'autore propone una ricerca a tutto campo, spaziando nei domini di quelle che un tempo si distinguevano come scienze della natura e scienze dello spirito, ma che, oggi, giustamente appaiono profondamente interconnesse, tanto da non essere spesso neppure più distinguibili distinguibili. L'autore ci aiuta ad attualizzare un dibattito che non ha mai abbandonato l'umanità in cerca di risposte ai grandi interrogativi della vita.
Spinta da un incubo ricorrente Elena, la protagonista di questo nuovo romanzo di Fabrizio Guarducci, inizia un viaggio che la porterà a conoscere l’esistenza nel passato di
una democrazia perfetta, solidale, dimenticata dalla storia. Inoltre capirà il senso dell’amore, che non è quella ritualità cortese tendente più al desiderio che al sentimento, a cui purtroppo oggi i più fanno riferimento, ma è un percorso quotidiano di completamento da realizzarsi insieme alla persona amata.
In una vertiginosa cavalcata dal ritmo pieno di suspense che parte da Siena e arriva fino a Parigi, Guarducci ci regala una sorprendente storia d’amore avvincente come un giallo e che troverà la sua soluzione in un insapettato colpo di scena finale. Un romanzo che è anche un’apologo sulla ricerca del vero sentimento e di una spiritualità che, abitando l’amore, riconduca i sentimenti all’interno di una visione finalmente completa e umanissima.
Nel mondo è esistita una società solidale e giusta, basata sulla spiritualità; una società che è stata distrutta per essere dimenticata. Noi la dobbiamo prendere
come modello per dare una reale speranza di vita solidale alle future generazioni.
Fabrizio Guarducci
Fabrizio Guarducci si è formato nella concezione sociale e umana di Giorgio La Pira. Dopo aver vissuto alla fine degli anni Sessanta negli Stati Uniti del movimento Undergound e in Francia dove ha conosciuto Guy Debord, ha aderito convintamente al Situazionismo. Ha fondato il Dipartimento di Antropologia culturale dell’Istituto Internazionale Lorenzo de’ Medici di Firenze.
È, inoltre, autore cinematografico: Paradigma italiano (premiato al PhilaFilm, 1993), Two days (2003) e Il mio viaggio in Italia (vincitore del Golden Eagle, 2005). Come autore, produttore e regista ha realizzato il film Mare di grano (2018). Ha pubblicato i saggi La parola ritrovata (2013), Theoria. Il divino oltre il dogma (2015)
e il romanzo Il quinto volto (2016).
Questo libro propone elementi di riflessione per formulare un auspicio: quello di un mondo in cui le persone si lascino sedurre dal 'verbo' e non dal potere e dal possedere; un nuovo mondo in cui si riesca a preferire le gioie dell'emotività delle parole alle gioie materiali. Le parole, infatti, possono dare gioia; e perché questo accada bisogna tornare a riscoprire il piacere del 'verbo', che è poesia, musica. Riscoprire la parola, godere, vivere e condividere il 'verbo' ci riporta alla nostra vera natura, purtroppo tante volte dimenticata. Da qui nasce la "ricostruzione" dell'uomo, allontanandolo da quelle parole 'tossiche', violente, che si è portato dietro per migliaia di anni e che hanno influenzato, non solo il suo pensiero, ma anche il suo agire, invitandolo a produrre aggressività. Questa è la "rivoluzione" per cambiare la società.