Negli ultimi quattro secoli le tendenze della popolazione hanno suscitato, in Occidente e nel mondo intero, atteggiamenti tanto apocalittici quanto contrastanti. L'allarme demografico è periodicamente risuonato, oscillando tra due estremi angosciosi: da una parte la paura dell'invecchiamento, dello spopolamento e infine dell'estinzione; dall'altra l'incubo delle folle umane che si contendono spazio e cibo, esposte ai flagelli di guerre, carestie, epidemie. Il deserto e il formicaio. "Stiamo diventando troppi o troppo pochi?" Se lo sono chiesti economisti, religiosi, politicanti, profeti e romanzieri, ma anche celebri pensatori come Montesquieu, Malthus, Marx, Mill, Darwin, Jack London e Aldous Huxley. Spesso le loro risposte hanno gravato su interi paesi o sull'umanità tutta. Il libro segue il filo degli allarmi demografici nel suo intreccio storico con i processi di pauperizzazione e proletarizzazione, i progressi tecnologici e l'evoluzione dei costumi, il socialismo e il femminismo, il colonialismo moderno e il darwinismo sociale, la società dei consumi e il sottosviluppo, il ruolo delle religioni e delle chiese. Oggi sembra che il pendolo della paura non sappia più da che parte dirigersi, oppure che voglia toccare allo stesso tempo entrambe le estremità.
Due elementi sono stati peculiari del periodo che si aprì con il 1945: il sistema internazionale fondato sul bipolarismo e la guerra fredda e lo sviluppo economico realizzato fino al 1970 dai sistemi del capitalismo e del socialismo. Le loro storie sono corse a lungo parallele, fino a che è resistita l’autarchia voluta dell’Urss con il rifiuto di entrare nel sistema di Bretton Woods. La convergenza cominciò al principio degli anni settanta, quando si realizzò la distensione e l’Urss dovette aprirsi alle relazioni economiche con il mondo capitalista. Ma nel corso degli anni settanta-ottanta l’Urss non riuscì a compiere il cruciale passaggio alla terza rivoluzione industriale, dovette fare i conti con la globalizzazione e la sua sola potenza militare si rivelò una carta di basso valore. Finiva un’epoca storica dei rapporti fra sistema internazionale e sviluppo economico, segnata dalla stabilità. La nuova edizione di questo libro dedica largo spazio e attenzione all’epoca successiva, quella del capitalismo globale e della rivoluzione telematica, con il multipolarismo economico (Stati Uniti, Europa, Giappone, Cina) e l’unipolarismo politico-militare degli Stati Uniti, tentati dalla carta imperiale e unilaterale ma in difficoltà nel governare un mondo reso fortemente instabile dal moltiplicarsi dei conflitti locali e dal terrorismo islamico.