Margherita Guidacci è uno dei tesori della poesia italiana. Poche voci come la sua hanno viaggiato così in vastità e profondità. poetessa fine e vigorosa, traduttrice e lettrice di grande ascolto, non riceve di solito dagli estensori di schedari e antologie il rilievo che merita. Non ha dalla sua nemmeno l'aura di esotismo o di follia che è servita ad altre poetesse per essere notate, e spesso fraintese. Eppure Margherita - libera da ogni schema e classifica - ritorna sempre, si presenta puntuale all'appuntamento con gli amanti veri della poesia, e a che cerca il senso del proprio viaggio nelle parole dei poeti. La sua opera è attenta ad ascoltare i movimenti del profondo della persona e dell'epoca, affiancandosi a quelle dei maggiori del nostro tempo, tra cui i suoi amati Emily Dickinson e T.S.Eliot.
Qui se ne offre una significativa antologia. Il lettore potrà ricavare i lampi e le ombre di una coscienza attenta, inquieta e interessata a cogliere le tracce della speranza. E troverà la durevole bellezza di una scrittrice di pregio che, una volta incontrata, non abbandona.
Davide Rondoni
Margherita Guidacci (Firenze, 1921 - Roma, 1992) è stata una grande voce poetica mai allineata alle mode del tempo, intensamente religiosa e libera, di intrepida sincerità, rigorosa e appartata presenza del Novecento italiano ed europeo. Agli inizi vicina soprattutto ai metafisici barocchi inglesi, a Eliot e alla Dickinson, di cui fu appassionata traduttrice e studiosa, come poi di molti altri autori. Le sue principali raccolte sono La sabbia e l'Angelo (1946), Neurosuite (1970), Inno alla gioia (1983) e Il buio e lo splendore.