Non ci sarebbe bisogno di leggi, di regole, di comandamenti, se non ci fossero uomini e donne disposti all'imbroglio, alla menzogna, al furto, al falso giuramento e all'omicidio. Eppure - sostiene Ágnes Heller - fino a quando la capacità di distinguere il bene dal male prevale sugli altri princìpi, resta valido un punto centrale di riferimento morale. «Certamente ogni persona retta lo è in modo diverso, ciascuno a suo modo, ma l'uomo e la donna retta rimangono sempre colui o colei che preferirebbe, se fosse posto di fronte a una scelta, soffrire un'ingiustizia piuttosto che commetterla, subire un torto piuttosto che farlo di proposito a un altro». Tuttavia, la rettitudine non è immediatamente identificabile con la bontà o con la scelta della sofferenza come testimonianza morale. L'irreprensibilità di una persona retta è molto più modesta: essa sceglie di soffrire solo nel caso in cui l'unica alternativa alla sua sofferenza sia la causa indiretta della sofferenza altrui.
Da marxista a liberal-democratica, dissidente ed esiliata, Ágnes Heller (nata in una famiglia ebrea di Budapest nel 1929) racconta - in questo libro-intervista - la sua straordinaria avventura di vita e di pensiero attraverso il secolo dei totalitarismi e delle utopie. Il padre, anarchico e scrittore. La vita nel ghetto. Il maestro indimenticato, Gyorgy Lukacs. E poi l'abbandono dell'Ungheria nel 1973, l'Australia e New York. E dopo la caduta del Muro e la fine del comunismo, il ritorno a Budapest, cuore inquieto dell'Europa, attraversato da sussulti neonazionalisti. E una passione speciale per l'Italia: "Fu il mio primo viaggio in Occidente. Nelle vie, nelle chiese, nelle case, nei palazzi di Firenze ho incontrato un sogno, o meglio, ho incontrato il mio sogno di un mondo adeguato all'uomo".
La risurrezione del Gesù ebreo interessa la storia in senso proprio: se al Gesù cristiano occorsero tre giorni per risorgere, sono effettivamente passati millenni prima che i cristiani ed ebrei cominciassero a ricordare che Gesù era ebreo. Questa consapevolezza cadde nel dimenticatoio nel corso di duemila anni. Nel testo è ripercorsa la storia di questa risurrezione attraverso l'analisi del rapporto tra religione ebraica e religione cristiana, delle comunità sociali e degli spiriti che le abitano, quello divino e quello umano, per chiudere con una panoramica sullo stato attuale delle religioni.
Il libro
I quattro saggi raccolti nel volume cercano di delineare per il lettore il profilo intellettuale e la ricchezza di riflessione di Heller. Il percorso si svela nella sua interna unità e coerenza se letto nei termini di una progressiva "scoperta dell'alterità" in cui il rapporto con l'altro, mediato al suo apparire dal tema dei bisogni, viene ad acquistare una connotazione sempre più specificatamente morale. Dal "bisogno" inteso come luogo del dispiegarsi dell'individualità, nella sua ricchezza, al tema della "rappresentazione" dell'altro. Vengono poste le basi per delineare di un rapporto con l'alterità all'insegna della responsabilità. E dal recupero della tesi socratica per la quale "è meglio subire un torto che commetterlo" si giunge progressivamente a quel legame fra etica ed estetica che si incarna nella bellezza della "persona buona".
L'autore
Ágnes Heller (1929-), allieva di Lukács ed esponente di maggior rilievo della Scuola di Budapest, ha offerto una significativa rilettura del pensiero di Marx incentrata sul tema dei bisogni e della rivoluzione della vita quotidiana. Nella prospettiva teorica emerge il tema della consapevolezza della contingenza cifra della condizione umana: l'orizzonte della riflessione morale che troverà un significativo approdo nell'etica della personalità. Fra le sue opere più significative: Sociologia della vita quotidiana, La teoria dei bisogni in Marx, La filosofia radicale, Teoria della storia, La dittatura sui bisogni, Oltre la giustizia, La condizione politica postmoderna, Un'etica della personalità