La storia dell'Età degli imperi è quella del "mondo e della società del liberalismo borghese avanzante verso 'la strana morte'... che la coglie proprio quando essa raggiunge il suo apogeo, e a causa proprio delle contraddizioni insite in questa sua avanzata". Con uno stile espositivo intelligente, Hobsbawm accompagna il lettore alla scoperta di un mondo apparentemente lontano e lo rende consapevole delle profonde radici che legano quel mondo al nostro secolo breve. (Vittorio Vidotto)
In questa autobiografia Hobsbawm reinterpreta il Novecento attraverso il personale punto di vista delle sue esperienze, e rivendica con passione la legittimità delle sue posizioni politiche e culturali di sinistra. Nato lo stesso anno della Rivoluzione d'ottobre e cresciuto a Vienna e a Berlino, fu costretto a emigrare in Inghilterra in seguito alle persecuzioni razziali. Comunista convinto senza mai essere dogmatico, è rimasto fedele agli insegnamenti di Marx anche negli anni delle abiure e delle sconfessioni.
Tra il 1848 e il 1875 l'economia capitalistica estende la sua influenza su tutti i continenti, trasformando o semplicemente subordinando le realtà più diverse. L'ideologia liberista si afferma in Europa e negli Stati Uniti che insieme costituiscono il centro propulsore della grande trasformazione. Grandi concentrazioni di ricchezza, vasti movimenti di popolazioni, sviluppi straordinari e concrete applicazioni della tecnologia su larga scala caratterizzano questi decenni. Sul piano politico, la rivoluzione, che ha dominato la scena nei settanta anni precedenti, scompare dall'orizzonte.
Benché molte nazioni credano di avere origini antichissime, non poche risalgono soltanto al XIX secolo, quando l'Europa ridefinì i propri equilibri interni configurando quegli stati che corrispondono nella maggior parte dei casi a quelli attuali. Il nazionalismo, quindi, è un fenomeno politico e culturale relativamente recente. Hobsbawm ne ripercorre la genesi e lo sviluppo dagli ultimi decenni del Settecento alla fine del Ventesimo secolo.
Il "secolo breve" è finito nel 1991: com'è, come sarà il nuovo secolo in cui abbiamo cominciato a vivere? Come saranno le guerre? Sopravviveranno le nazioni? E saranno ancora gli Stati Uniti il paese leader? Con quali nuovi e sconvolgenti problemi - dal degrado ambientale alla crescita demografica dovremo convivere? A queste e ad altre domande cerca di dare risposta Eric John Hobsbawm, Fellow della British Academy e Honorary Fellow del King's College di Cambridge.
Il "secolo breve" è finito nel 1991: come è, come sarà il nuovo secolo in cui abbiamo cominciato a vivere? Come saranno le guerre? Sopravviveranno le nazioni? E saranno ancora gli Stati Uniti il paese leader? Con quali nuovi e sconvolgenti problemi - dal degrado ambientale, alla crescita demografica dovremo convivere? Nel volume le risposte di un grande intellettuale.