Una biografia, che ripercorre la vita e le alterne vicende politiche di uno dei più celeberrimi imperatori romani. Costantino I, detto "il Grande" (274 ca.-337), è passato alla storia per il suo tentativo di unificazione tra Impero Romano d'Occidente e Impero Romano d'Oriente (realizzato tra l'altro mediante lo spostamento della capitale dell'impero a Bisanzio, che prese poi il nome di Costantinopoli), ma è conosciuto dai più per essere stato il primo imperatore cristiano, sotto il cui regno il cristianesimo acquisì pienezza di libertà e diritti. Molti e affascinanti, però, sono gli aspetti della personalità di Costantino che ancora rimangono "nell'ombra" e che il volume di Horst mostra: l'imperatore, dapprima pagano, fece sì emanare nel 313 l'Editto di Milano con cui diede alla religione cristiana riconoscimento ufficiale, ma ricevette il battesimo solo sul letto di morte; esortò i sudditi ad abbracciare la nuova fede, ma rimase alieno da ogni forma di persecuzione verso il paganesimo. Alla scoperta di una figura storica, quasi "leggendaria", illuminata nelle sue scelte politiche e religiose da una tolleranza capace di insegnare ancora molto.
In questo racconto biografico Eberhard Horst analizza l'eccezionale, controversa e discussa personalità di Federico II di Hohenstaufen aggiornandola ai valori più attuali. Rinuncia così a voler vedere nel re di Sicilia un Cavour medievale, già maturo per la concezione dell'unità d'Italia. Certamente mentre combatteva le sue battaglie politiche, contro il Papa o contro le città del nord Italia, Federico attuò l'opera di uno statista che è rimasta il suo monumento più originale. Con sicuro realismo fondò scuole, dette legislazioni, risolse problemi ecologici e chiamò alla sua corte filosofi, eruditi, giuristi, scienziati: quanto di meglio la cultura avesse da offrire, anticipando il Rinascimento.