In questa autobiografia, frutto di lunghe interviste e conversazioni registrate a Monaco di Baviera nel 1989 e integrate con altri scritti dell'autore, i grandi eventi storici e politici vissuti da Jonas in prima persona ci vengono restituiti con l'immediatezza e l'autenticità di chi giorno per giorno li trascrive in appunti di diario, annotando anche la giornata di sole, la cena con gli amici, l'aneddoto divertente, l'attrazione occasionale per una bella donna. Leggendo queste pagine è così possibile ricostruire la figura a tutto tondo di un filosofo che con la sua riflessione ha posto l'accento sulla responsabilità per la vita, sostenendo con forza che la sopravvivenza dell'uomo sarà sempre più legata alla sua capacità di salvaguardare la natura e il pianeta Terra.
La era tecnológica actual, en la que el poder del hombre ha alcanzado una dimensión y unas implicaciones hasta ahora inimaginables, exige una concienciación ética. La inminente posibilidad de destruir o de alterar la vida planetaria hace necesario que la magnitud del ilimitado poder de la ciencia vaya acompañado por un nuevo principio, el de la responsabilidad.
Sólo el principio de responsabilidad podrá devolver la inocencia perdida por la degradación del medio ambiente y por la explotación de la energía atómica, y encauzar las enormes posibilidades de la investigación genética. Bajo estos parámetros de responsabilidad el hombre y el mundo salvarán su libertad y saldrán invulnerables frente a cualquier amenaza o «ingenuidad» de nuevos poderes. <br/
In questo libro Jonas prende posizione sui grandi temi che l'hanno occupato nella sua lunga vita di studioso. Ciò che si trova sparso nelle sue diverse opere, viene qui riunito per la prima volta: la sua filosofia giovanile, e quella della maturità, le sue ricerche sullo gnosticismo e quelle sulla filosofia della natura e della responsabilità. A collegare il tutto sono il concetto di filosofia e il linguaggio accessibile a tutti.
Un saggio che si propone di conciliare materia e spirito, mondo organico e mondo psichico: la riflessione di Hans Jonas riconosce infatti all'uomo l'unità della sua vita e la complementarità al resto del mondo.
"Per l'ebreo che vede nell'al di qua il luogo della creazione, della giustizia e della salvezza divina, Dio è in modo eminente il signore della storia e quindi "Auschwitz", per il credente, rimette in questione il concetto stesso di Dio che la tradizione ha tramandato. Auschwitz rappresenta quindi per l'esperienza ebraica della storia una realtà assolutamente nuova e inedita, che non può essere compresa e pensata con le categorie teologiche tradizionali. Quindi chi non intende rinunciare sic et simpliciter al concetto di Dio (e il filosofo può legittimamente rivendicare il diritto a non rinunciarvi), deve pensare questo concetto in modo del tutto nuovo e cercare una nuova risposta all'antico interrogativo di Giobbe. Ove decidesse di farlo, dovrebbe anche lasciar cadere l'antica concezione di Dio signore della storia: perciò, quale Dio ha permesso che ciò accadesse?"