«Il mio dialogo con il buddhismo mi ha reso un cristiano buddhista? O un buddhista cristiano?
Sono un cristiano che ha capito più profondamente la propria identità con l’aiuto del buddhismo? O forse sono diventato un buddhista che conserva
ancora delle vestigia cristiane?»
Il racconto di un’odissea religiosa, una profonda riflessione teologica, una testimonianza molto personale. Il sacerdozio cattolico, l’adesione al buddhismo, il ritorno al cristianesimo. Un modo completamente nuovo
di guardare al peccato, a Dio, al mistero del male, all’aldilà e soprattutto a se stessi.
Uno stile limpido e coinvolgente, una lettura per arricchire la propria spiritualità attraverso il dialogo con le fedi altrui.
Un’opera pionieristica che riflette l’avventura spirituale che il nostro tempo ha appena iniziato.
Paul Knitter
Teologo cattolico, dopo aver insegnato teologia alla Xavier University di Cincinnati, Ohio, ha assunto la cattedra intitolata a Paul Tillich allo Union Theological Seminary di New York.
Ordinato prete a Roma nel 1966, ha lasciato il sacerdozio nel 1975.
Tra i maggiori sostenitori di un dialogo interreligioso è autore dell’importante Nessun altro nome? (1991) e di Introduzione alla teologia delle religioni.
Il libro intende esporre le maggiori posizioni teologiche sulla relazione del cristianesimo con le altre religioni e sul ruolo delle religioni nel disegno divino. Il volume cerca di attirare l'attenzione dei cristiani (ma non solo la loro) sull'urgente bisogno di prendere piu sul serio le altre religioni, di arrivare a conoscerle, di parlare e lavorare con esse; inoltre, intende mostrare i benefici, capaci di giovare al mondo e di approfondire la fede, che scaturiscono dall'impegno ad imparare qualcosa sulle persone che seguono le altre vie religiose. L'autore scrive per un pubblico diversificato, anche se egli intende soprattutto parlare agli studenti.
Un esame critico degli atteggiamenti cristiani verso le religioni mondiali, una trattazione originale di una questione spinosa per la teologia cristiana.
Il libro coniuga assieme il dialogo interreligioso con la responsablita globale che unisce e accomuna tutti. Nel capitolo finale l'autore parla delle sue esperienze in India. Dalla presentazione di hans kung: non si tratta di u na teologia sterile elitaria, da torre d'avorio. Il dialogo perde ogni credibilita morale se rimane solo ad un livello intellettuale o spirituale staccato dalla miseria sociale e dalle sofferenze fisiche e psichiche di tanti milioni di persone. Knitter spiega c he questo libro e`stato scritto come parte di una personale "odissea" spirituale, da una persona che e`stata esistenzialmente sconvolta dalle terribili sofferenze di milioni di esseri umani. Le vittime di condizioni politiche o sociali devono realmente avere, come reclama knitter "una voce privilegiata nel dialogo tra fedi diverse". E cosi`l'apice del libr o si trova proprio nel capitolo finale in cui l'autore desc rive le sue esperienze concrete di dialogo interreligioso in india, un paese che lui giustamente chiama un "laboratorio per il dialogo". Qui troviamo genuini segni di speranza, indispensabili in un libro che contiene gravi accuse su enormi sofferenze umane e ambientali". "