Data di pubblicazione: Aprile 2010
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"A un anno di distanza dall'improvvisa morte di Mons. Antonio Ladisa, Mons. Vito Angiuli e Mons. Antonio Parisi hanno voluto pubblicare le sue poesie e i testi dei canti da lui composti per farne dono a tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato.
Il motivo di questa scelta è facilmente intuibile: la poesia, per sua natura è canto e il canto trova nella poesia la forma espressiva più appropriata. Così, leggendo queste composizioni, sarà più facile cogliere uno degli aspetti dell'eredità spirituale che don Tonino ci ha lasciato: comprendere cioè che la risposta generosa e fedele alla propria vocazione trasforma la vita in poesia e canto.
La chiamata, infatti, segna l'inizio del cammino, ma è anche forza che sorregge l'intera esistenza e dà senso alle cose. Come la poesia e il canto, la vocazione nasce da una Parola divina, da un fuoco sacro che sgorga da una misteriosa sorgente: dalla fornace ardente della divina carità. Attratto nel vortice dell'amore, il chiamato si lascia conquistare e avvincere. E ponendosi in ascolto, si lascia completamente possedere dall'amore, per diventare un suo araldo, un suo messaggero, un suo profeta.
Il poeta, come il profeta, accoglie i misteri ineffabili, afferrato da una Voce che chiama con una forza intima e suadente, cui è impossibile opporre resistenza. «Venne la poesia/a cercarmi. - scrive Pablo Neruda - Non so, non so da dove/uscì, dall'inverno o dal fiume./Non so come né quando,/no, non eran voci, non eran/parole, né silenzio,/ma da una strada mi chiamava,/dai rami della notte,/d'improvviso tra gli altri,/tra fuochi violenti/o ritornando solo,/era lì senza volto/e mi toccava» (P. NERUDA, Memoriale di Isla Negra, tr. it. di G. Bellini, Firenze, Passigli, 1998, p. 59).
La poesia non è solo parola, ma anche Presenza che si rivela nel silenzio, avvolta in esso quasi come in un manto regale. Quando essa giunge, il volto si illumina e, "d'improvviso" tutto si rischiara e prende forma e armonia. "D'improvviso", scrive Pablo Neruda. "D'improvviso", ripete anche don Tonino. I poeti si intendono e, insieme, testimoniano che la poesia, come la vocazione, è grazia che giunge "d'improvviso", in un'ora segnata dall'eternità, secondo un imperscrutabile disegno e una modalità imprevedibile.
Giunge in un'ora che, irrevocabilmente, segna tutta la vita. Nel tempo e nell'eternità.
Da quella parola di grazia don Tonino si è lasciato afferrare e la grazia è diventata risposta personale, trasfigurata in poesia e canto e, misteriosamente, tramutata in vita.
Una vita che è più forte della morte".
Francesco Cacucci
Arcivescovo di Bari-Bitonto
"A un anno di distanza dall'improvvisa morte di Mons. Antonio Ladisa, Mons. Vito Angiuli e Mons. Antonio Parisi hanno voluto pubblicare le sue poesie e i testi dei canti da lui composti per farne dono a tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato.
Il motivo di questa scelta è facilmente intuibile: la poesia, per sua natura è canto e il canto trova nella poesia la forma espressiva più appropriata. Così, leggendo queste composizioni, sarà più facile cogliere uno degli aspetti dell'eredità spirituale che don Tonino ci ha lasciato: comprendere cioè che la risposta generosa e fedele alla propria vocazione trasforma la vita in poesia e canto.
La chiamata, infatti, segna l'inizio del cammino, ma è anche forza che sorregge l'intera esistenza e dà senso alle cose. Come la poesia e il canto, la vocazione nasce da una Parola divina, da un fuoco sacro che sgorga da una misteriosa sorgente: dalla fornace ardente della divina carità. Attratto nel vortice dell'amore, il chiamato si lascia conquistare e avvincere. E ponendosi in ascolto, si lascia completamente possedere dall'amore, per diventare un suo araldo, un suo messaggero, un suo profeta.
Il poeta, come il profeta, accoglie i misteri ineffabili, afferrato da una Voce che chiama con una forza intima e suadente, cui è impossibile opporre resistenza. «Venne la poesia/a cercarmi. - scrive Pablo Neruda - Non so, non so da dove/uscì, dall'inverno o dal fiume./Non so come né quando,/no, non eran voci, non eran/parole, né silenzio,/ma da una strada mi chiamava,/dai rami della notte,/d'improvviso tra gli altri,/tra fuochi violenti/o ritornando solo,/era lì senza volto/e mi toccava» (P. NERUDA, Memoriale di Isla Negra, tr. it. di G. Bellini, Firenze, Passigli, 1998, p. 59).
La poesia non è solo parola, ma anche Presenza che si rivela nel silenzio, avvolta in esso quasi come in un manto regale. Quando essa giunge, il volto si illumina e, "d'improvviso" tutto si rischiara e prende forma e armonia. "D'improvviso", scrive Pablo Neruda. "D'improvviso", ripete anche don Tonino. I poeti si intendono e, insieme, testimoniano che la poesia, come la vocazione, è grazia che giunge "d'improvviso", in un'ora segnata dall'eternità, secondo un imperscrutabile disegno e una modalità imprevedibile.
Giunge in un'ora che, irrevocabilmente, segna tutta la vita. Nel tempo e nell'eternità.
Da quella parola di grazia don Tonino si è lasciato afferrare e la grazia è diventata risposta personale, trasfigurata in poesia e canto e, misteriosamente, tramutata in vita.
Una vita che è più forte della morte".
Francesco Cacucci
Arcivescovo di Bari-Bitonto