Barabba è il capolavoro di Lagerkvist, un classico assoluto della letteratura del XX secolo, pubblicato nel 1950, un anno prima che gli fosse conferito 0 premio Nobel. È un romanzo di rara potenza drammatica e suggestione visiva, caratterizzato da una scrittura densa e concisa, sicuramente nell'insieme debitrice della passione per il teatro dell'autore (che infatti ne trarrà una riduzione teatrale qualche anno più avanti). Così Lagerkvist conduce il racconto non per trame ma per scene (forse, stazioni), secondo le strutture tradizionali del dramma religioso, che tuttavia rappresenta con incisive pennellate narrative volte a delineare i personaggi e i moti del loro animo. Non dramma, non teatro quindi, ma narrazione pura alimentata dal senso scenico di chi amava il teatro. "Barabba è lo studio di un essere che dal suo stato primitivo di bruto evolve in uomo, a causa di un trauma rivelativo, e che desidererebbe cogliere il senso della ragione dei suoi ora nuovi sentimenti, di quella, vaga, presenza divina che scorge nelle cose, in quegli altri, i cristiani, cui vanamente vorrebbe mescolarsi sottraendosi alla sua decisa funzione simbolica: Barabba, l'uomo 'con sul petto il nome di Dio sbarrato da una croce'." (dalla Postfazione di Alessandro Ceni
"Nel mezzo del cammin della sua vita, fermato il passo, si mise in osservazione per cercare di capire". Nel momento in cui "si ferma e osserva", l'uomo sente in tutta la sua profondità quel contrasto tra la sua anima che tende all'assoluto, alla grandezza, alla libertà, e le forze della vita di cui è prigioniero.
Un principe raffinato e privo di scrupoli, un artista tormentato, principesse, amanti, delatori, servi corrotti e giovani innocenti popolano la teatrale corte del Rinascimento italiano in cui si svolge l'azione. Protagonista è il Nano di corte ed è attraverso il suo sguardo cinico e arrogante che è vista la vicenda e i personaggi. Malefico deus ex machina, è l'incarnazione della mediocrità che odia il buono e il bello e corrompe e snatura tutto, misurandolo con il suo metro limitato e deforme. Lagerkvist racconta una delle sue parabole sull'oscuro agire delle forze del male nell'uomo e le misteriose vie del riscatto.