Rulli di tamburi. Esplosioni di cembali. Dzemal-Edin e i suoi compagni a cavallo scalpitano ai bordi della piazza d'armi a Krasnoe Selo. È il maggio 1848, il giorno della parata delle scuole militari. Dzemal-Edin sfila davanti alle tribune, elegante nella sua uniforme verde e rossa. Fiero. Nobile. Integro. Rivive l'emozione di un tempo, quando da piccolo cavalcava insieme ai murid sulle montagne del Dagestan. Allora gli sembrava di appartenere al più grande esercito del mondo. Oggi è un ufficiale della Santa Madre Russia. Il ribelle ceceno ora è il pupillo dell'imperatore. La sua è una vita a metà. È ancora un bambino quando il padre Shamil, imam guerriero, dopo un conflitto decennale lo consegna ai russi come amanat, garante di pace. L'ostaggio non sarà più restituito. Dzemal-Edin viene segregato a San Pietroburgo, alla corte di Nicola I, che lo adotta e, fatto eccezionale, gli concede di mantenere la fede islamica. Al Palazzo d'Inverno Dzemal-Edin diventa il cadetto più promettente, il cavaliere più ammirato. E si innamora di una nobildonna russa. Per sposare Elizaveta Petrovna Olenina è pronto a macchiarsi del peccato supremo per un musulmano: l'apostasia. Quando sarà richiamato al ruolo di soldato di Allah, l'amore per Lisa si scontrerà con il dovere di salvare il suo popolo. Attingendo a documenti d'archivio e mano-scritti inediti, Alexandra Lapierre riporta alla luce la vicenda finora ignota del figlio dell'imam cresciuto alla corte dei Romanov.
Roma, anno 1611. La giovane pittrice Artemisia si batte furiosamente per imporre il suo talento. L'avversario più temibile che le si para di fronte altri non è che il padre, il grande pittore Orazio Gentileschi. Artemisia è il dramma di una passione folle, della tenerezza e dell'odio di due creature incatenate dai legami di sangue. Ma soprattutto è l'avventura di una delle prime pittrici della storia, una donna che infranse tutte le norme per conquistare la gloria e la libertà.