Il Mediterraneo, il nostro oceano in miniatura, così piccolo e così diverso nei paesaggi, sta attraversando una trasformazione vorticosa per effetto del surriscaldamento globale e dell'impatto delle attività antropiche. Dalle specie aliene che proliferano alla plastica che lo soffoca, dall'eccesso di pesca all'estrazione di idrocarburi, è diventato lo specchio dell'azione nefasta dell'essere umano sul suo habitat. Oggi in questo nostro mare si intrecciano e si evidenziano tutti i nodi problematici della contemporaneità: cambiamento climatico, sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, inquinamento e collasso degli ecosistemi. Stefano Liberti, reporter di lunga esperienza, viaggia tra le sue isole e le sue coste - da Linosa a Cipro, da Tunisi alle Kerkennah, da Mazara a Samos - interrogando chi, vivendoci a contatto diretto, può testimoniarne e spiegarne la sorprendente metamorfosi.
Fabio Ciconte e Stefano Liberti ci trascinano in un viaggio nel mondo della grande distribuzione organizzata del cibo: “Il grande carrello. Chi decide cosa mangiamo” è il nuovo libro dei due autorevoli giornalisti, già autori di grandi inchieste sulle filiere agroalimentari.
Che genere di acquirente sei? Il cacciatore di offerte? Il pragmatico? Il prudente? Il salutista? Il fan brand? Chiunque tu sia, stai pur certo che il marketing ti ha inquadrato e che ci sono cartelli, percorsi o zone del supermercato nate apposta per te. Nulla è lasciato al caso all’interno di un supermarket: la grossa insegna visibile dalla strada, i cartelli all’ingresso con la stessa offerta già vista sul volantino trovato nella buca delle lettere, le corsie razionali, le isole, gli stopper, le testate di gondola. Il trucco è uno solo: farci creder che le scelte che faremo saranno solo ed esclusivamente determinate da noi stessi. Rassicurare ed emozionare.
“Il grande carrello” di Fabio Ciconte e Stefano Liberti è un saggio che scompone per svelarcela la realtà dietro gli scaffali dei supermercati, dai rapporti coi fornitori ai contratti di lavoro, dai costi reali delle offerte ai segreti del marketing. Attraverso le testimonianze dei principali protagonisti del mondo del commercio, "Il nostro pane quotidiano" ci mostra come il supermercato (e l’intreccio di rapporti produttivi alle sue spalle) condiziona la nostra vita molto più di quanto siamo abituati a credere.
Secondo previsioni dell’Onu, nel 2050 saremo 9 miliardi di persone sulla Terra: come ci sfameremo, se le risorse alimentari sono sempre più scarse, e chi vive in paesi iperpopolati come la Cina sta repentinamente cambiando abitudini alimentari? La finanza globale e le multinazionali del cibo hanno fiutato l’affare: l’over-population business. Dopo A sud di Lampedusa, il reportage che per primo raccontava le rotte dei migranti dal deserto del Sahara fi no alle coste italiane, e il successo internazionale di Land grabbing, il saggio tradotto in più di dieci paesi sull’accaparramento delle terre delle nazioni più povere da parte di quelle più ricche, Stefano Liberti ci regala il suo libro più ambizioso e impressionante sul nostro piccolo pianeta. Ha girato il mondo per due anni (dal Brasile al Mozambico, dalla Cina rurale all’Iowa) seguendo la filiera di quattro prodotti alimentari – il maiale, la soia, il pomodoro, il tonno – per osservare cosa accade in un mondo divorato dall’aggressività della finanza che ha deciso di trasformare l’intero pianeta in un gigantesco pasto.
Questo libro rappresenta il primo reportage al mondo sull'allarmante e dilagante fenomeno del land grabbing. Dopo la crisi finanziaria del 2007, la terra da coltivare (specie quella del Sud del mondo) è diventata un bene sempre più prezioso, oggetto di un frenetico "accaparramento" in cui sono impegnati sia i paesi, come quelli arabi, ricchi di liquidità ma privi di terre fertili, sia le multinazionali dell'agrobusiness - interessate a creare enormi piantagioni per la produzione di biocarburanti - sia una serie di società finanziarie, convinte che l'investimento in terre possa garantire guadagni sicuri. Il risultato è l'avvento di una nuova forma di colonialismo che rischia di alterare gli scenari internazionali (come dimostrano per reazione le recenti rivolte nordafricane, legate all'aumento dei prezzi delle derrate alimentari). Viaggiando fra l'Etiopia e il Brasile, l'Arabia Saudita e la Tanzania, passando per la borsa di Chicago, la FAO e le convention finanziarie, Liberti fa luce su un fenomeno poco indagato ma di scottante attualità, svelandoci come i legami fra politica internazionale e mercato globale stiano cambiando il volto del mondo in cui viviamo.