Gli studi raccolti nel volume trattano aspetti differenti della scrittura femminile. Prevale l'interesse per i testi religiosi, che tra medioevo ed età moderna hanno rappresentato il nucleo essenziale delle opere scritte da donne: l'educazione e le letture devote ne forgiavano, infatti, anche la lingua e, in particolare, il lessico, le immagini e le metafore. Intende, invece, contrastare il pregiudizio che spesso ha accompagnato la scrittura femminile il saggio sul libretto dell'opera prima di Gioacchino Rossini, Demetrio e Polibio, composto da Vincenzina Viganò Mombelli, esperta conoscitrice delle tendenze del suo tempo. Compiono un vertiginoso salto temporale gli ultimi due studi dedicati ai romanzi di Elena Ferrante, scrittrice che, pur rinunciando a commutazioni di codice, riesce a far percepire il suono del dialetto contrapposto all'italiano e a rappresentare, anche attraverso questo contrasto, la conquista ancora faticosa di identità e sapere da parte delle donne.
Il volume, nell'offrire una sintesi il più possibile completa dei modi in cui storia della Chiesa e storia della lingua italiana si sono sovrapposte, approfondisce aspetti fin qui trascurati dal punto di vista linguistico. Si ricostruiscono, in particolare, l'azione svolta dalle istituzioni educative, spaziando tra i collegi dei gesuiti e le scuole per gli emigrati italiani organizzate tra Otto e Novecento, il peso che, soprattutto nel XIX secolo, la letteratura devota ha avuto sull'istruzione del popolo, e le tecniche di comunicazione ai fedeli sempre adeguate, dall'Italia del Trecento all'America degli emigrati, alle esigenze dell'uditorio. Dalle origini fino ai discorsi di papa Francesco, le tracce della Chiesa e della cultura religiosa sono ricostruite anche nelle parole e nelle espressioni che lungo i secoli si sono stabilmente mantenute sedimentandosi nella lingua comune.