A cinquecento anni dal leggendario 31 ottobre 1517, in cui si favoleggia dell'affissione di 95 tesi contro le indulgenze papali da parte di Martin Lutero, il drammaturgo e regista Cesare Lievi ha immaginato di tornare a quella vicenda, nodale per la nostra storia, per mezzo di due gruppi di personaggi d'oggi, italiani e tedeschi. Ognuno di loro è chiamato a riattraversare i dilemmi che hanno dilaniato Lutero e lo hanno spinto ad agire. Tutti sono alle prese con la ricerca di un ricordo, vivo o morto, delle ragioni di quella grande "protesta" che spaccò l'Europa di allora.
Il teatro è necessario.? Una riflessione sull'essenza del teatro di prosa nelle parole di uno dei maggiori registi della scena italiana ed europea: il valore del testo rispetto alla rappresentazione, la funzione della regia e il ruolo degli attori, il significato sociale del teatro in un mondo appiattito sul presente. In un dialogo con Lucia Mor che non eccede nell'autobiografismo o nella speculazione astratta, Cesare Lievi ribadisce il valore non solo artistico ma, soprattutto, umano del teatro: un luogo fondamentale in cui ognuno può assumere consapevolezza della realtà e del proprio agire. Per citare Schopenhauer, «un uomo che non va a teatro è come uno che fa la toilette senza lo specchio».