Come una visita medica, un film di fantascienza, un pomeriggio d'amore, questo è un viaggio nel corpo. Di tutti i libri sul tema, l'unico segnato da una virgola: "Corpo, umano". Virgola che impone una pausa, respiratoria e mentale, dentro la quale cercare il proprio, di corpo, oggi al centro di mille attenzioni, ma di nessuna cura: la medicina lo scompone in oggetti parziali, la vita online lo sottrae alle relazioni toccanti, la politica lo strumentalizza. Vittorio Lingiardi lo riporta con sensibilità al centro della scena e ci racconta gli organi che lo compongono - uno per uno, dal fegato al cervello, dagli occhi al cuore - con la voce della scienza e del mito, dell'arte e della letteratura. E riesce nell'impresa di restituircelo intero: «elettrico», direbbe Whitman, «vivente», direbbe Winnicott. Tutt'uno con la psiche. Autobiografico e psicoanalitico, medico e immaginifico, questo libro concepito in tre stanze - "il corpo ricordato", "il corpo dettagliato", "il corpo ritrovato" - ci accompagna in un viaggio avventuroso all'interno del corpo, celebrando la sua fisicità senza separarla dalla sua poetica. Il sangue e le cellule, i simboli e i ricordi. Con le spiegazioni della scienza, le immagini dell'arte, le parole della letteratura, Vittorio Lingiardi racconta la vita del corpo che è «il nostro io, ma anche il primo tu». Nella sua pratica clinica, nell'esercizio della cura, ne ha ascoltati molti, di corpi. La ricerca del contatto e dell'attaccamento, il tumulto dell'adolescenza, l'esperienza della malattia, il risveglio del desiderio, le metamorfosi del genere. Ma anche i sintomi e i silenzi: il taglio sulle braccia che attenua il dolore mentale; le ossa appuntite dell'anoressia; i muscoli gonfi della vigoressia; lo sguardo dismorfico che vede un difetto dove non c'è; il panico che simula l'infarto. Il nostro corpo ci segue e ci accompagna, sa consolarci, può essere nemico. È un laboratorio alchemico capace di apparizioni infinite: anatomico, fisiopatologico, sociale, politico, religioso, estetico, nudo, vestito, danzante, energico, stanco. "Corpo, umano" è un'evocazione, una ricostruzione idiosincratica e incantata. Dove pagina dopo pagina, organo dopo organo, affiora la consapevolezza che, anche quando rischia di svanire, l'unico modo per ritrovare il corpo è raccontarlo.
L’obiettivo di questo libro è promuovere una descrizione e una comprensione della personalità e dei suoi disturbi che siano al servizio delle scelte di trattamento più idonee. Nella cornice della psicologia dinamica, ogni tema viene affrontato in dialogo con la più recente diagnostica psichiatrica, le neuroscienze, la teoria dell’attaccamento, la psicologia cognitiva.
La prima parte (capitoli 1-11) esamina il concetto di personalità alla luce delle sue componenti biologico-temperamentali, psicologiche (come i meccanismi di difesa) e sociali, nei percorsi di sviluppo, traumatici e non. Particolare attenzione è dedicata alle dimensioni che compongono le identità sessuali e di genere.
La seconda parte (capitoli 12-15) è dedicata agli stili e ai disturbi della personalità, con una trattazione critica delle loro caratteristiche clinico-diagnostiche e culturali e un inquadramento dei principali modelli di psicoterapia e trattamento.
Nella terza parte (capitoli 16-22) vengono illustrati i principali quadri psicopatologici dal punto di vista sia descrittivo sia dinamico: i disturbi psicotici e la schizofrenia; i disturbi bipolari e depressivi; i disturbi ansiosi, fobici, ossessivi; i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione; l’uso di sostanze; i disturbi da sintomi somatici e altre configurazioni cliniche.
Un capitolo finale spiega perché il cinema può aiutarci a migliorare la comprensione delle personalità e delle storie cliniche.
Biografia dell'autore
Vittorio Lingiardi
Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, è professore ordinario di psicologia dinamica presso il Dipartimento di psicologia dinamica, clinica e salute della Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza Università di Roma e Senior Research Fellow della Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza (SSAS). È presidente della Society for Psychotherapy Research-Italy Area Group (SPR-IAG). Nel 2023 è stato insignito del Sigourney Award. È direttore della collana di Raffaello Cortina Editore "Psichiatria, Psicoterapia, Neuroscienze". Collabora con il Venerdì di Repubblica (dove tiene la rubrica settimanale "Psycho", su cinema e psiche), la Repubblica e l’inserto culturale Domenica del Sole 24 Ore.
Nelle nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, La personalità e i suoi disturbi (2014), Mindscapes. Psiche nel paesaggio (2017), Al cinema con lo psicoanalista (2020), Consulenza psicologica e psicoterapia con persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, non binarie (2023) e La personalità e i suoi disturbi. Nuova edizione (2024).
I meccanismi di difesa è stato fin dalla prima edizione (1994) accolto con interesse da clinici, ricercatori e studenti, sia per il dialogo tra modelli teorici ed esemplificazioni cliniche sia per la presenza della versione italiana della Defense Mechanism Rating Scale (DMRS), che contiene definizioni precise dei diversi meccanismi di difesa. Questa nuova edizione aggiornata mantiene un approccio ricco di esempi clinici, inseriti però nel panorama odierno, mutato in seguito alla svolta relazionale, agli studi sull'attaccamento, all'entusiasmo per la ricerca empirica. In tutti questi ambiti il costrutto di "meccanismo di difesa" ha continuato a mostrare la sua vitalità, restando punto di riferimento della diagnosi e della clinica in modo trasversale ai diversi approcci.
Racconti simbolici o improvvisazioni sinaptiche, i sogni sono un mistero che parla di noi: realtà irreali, private e profondissime. «Ogni sogno ha [...] un ombelico attraverso il quale è congiunto all'ignoto», scriveva Freud più di un secolo fa. Da questo ombelico misterioso, che dà il titolo al suo libro, Vittorio Lingiardi inizia un viaggio onirico e poetico tra divinazione, psicoanalisi e neuroscienze. Perché «la verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni». Non sappiamo a cosa servono, ma servono; e non resistiamo al bisogno di raccontarli. Sarà che siamo fatti della loro sostanza.
Il narcisismo abita i nostri amori e tutte le relazioni. Può essere fragile o contundente. Finché cerchiamo di rinchiuderlo in una definizione, non lo capiremo. Occorre una bussola psichica per navigare nei mari insidiosi della stima di sé, tra isole che si chiamano Insicurezza, Egocentrismo, Rabbia, Invidia, Vergogna. Narciso era un giovane di grande bellezza, nella quale annegò dando vita a un fiore. Ovidio lo raccolse e ne fece un mito, Freud una realtà psichica: il narcisismo. Abita i nostri amori, attraversa i nostri discorsi, seduce politici e artisti, ma anche criminali. Funambolo dell'autostima, Narciso cammina sul filo teso tra un sano amore di sé e la sua patologica celebrazione, che può diventare una diagnosi: il disturbo narcisistico di personalità. Finché cerchiamo di rinchiuderlo nella gabbia di una sola definizione, non lo conosceremo: ci serve un sestante per navigare tra gli scogli della stima di sé. Ci sono narcisisti arroganti oppure timidi, con la pelle spessa o sottile. Tutti nuotano in un arcipelago di possibilità: saziati dalla prepotenza, circonfusi dal carisma, baciati dal successo, afflitti dalla depressione, tormentati dall'insoddisfazione, abitati dal vuoto, suicidi per frustrazione. Possono avvelenare una relazione fino al sadismo e manipolare gli altri fino alla psicopatia. Sono braccati da cinque fiere: l'egocentrismo, l'insicurezza, la rabbia, l'invidia e la vergogna.
Ogni giorno ci imbattiamo in noi stessi. Non ci piacciamo, ci disapproviamo. Vogliamo cose diverse, incompatibili: l'avventura e la sicurezza, la solitudine e la compagnia, la fermezza e il patteggiamento, la parola e il silenzio. Non siamo un Sé unico, centrale e coeso, ma una pluralità di sé: il nostro funzionamento psichico è il risultato della loro convivenza, morbida o accesa, ma sempre legata all'altro. Non siamo un sistema isolato, impensabile è un io senza un tu, il tu dell'amore e di tutte le relazioni che cercano un riconoscimento reciproco: essere genitori, terapeuti, insegnanti, amici. Ma cosa significa convivere? Questo libro, la sua scansione in tre piani, ci invita a immaginare la convivenza come l'incontro di tre livelli dell'esperienza psichica: io-tu-noi. Il mondo delle convivenze è circolare e concentrico: se non vivo con me stesso, dialogando con i molti che mi abitano, non saprò vivere con l'altro e con gli altri. E questo si ripercuoterà sulla mia vita interiore. Con esempi dalla letteratura e dal cinema, dalle storie cliniche e dalla vita di tutti i giorni, Vittorio Lingiardi ci guida nelle stanze di un'anima a tre piani, mostrandoci la difficoltà e la bellezza di addentrarsi in ciò che è complesso e molteplice; di conciliare i nostri conflitti; di imparare ad amare nel ritmo delle rotture e delle riparazioni; di abitare i permeabili confini del mondo tra curiosità e paura, nostalgia e trasformazione. Partendo da due presupposti: che la psiche è una città aperta e la convivenza sociale nasce dentro di noi. Con e-book scaricabile fino al 30 giugno 2020.
Questo volume ci accompagna alla scoperta delle strategie migliori per avvicinare bambini e ragazzi alla “cultura”. Dalle fiabe della buonanotte agli ultimi casi editoriali, dalla scoperta dei classici alle visite ai musei, tutte le tappe di un percorso fondamentale non solo per l’apprendimento ma per la costruzione dell’identità. Ricordando che quella delle “storie” è un’esperienza antica, per la quale siamo tutti intimamente predisposti: si tratta di accendere una fiamma, sperando che basti solo una scintilla.
Tutti, prima o poi, riceviamo una diagnosi. Un giorno arriva un esperto e con una parola ci dice qualcosa che modifica il corso della vita, in peggio o in meglio. Momento chiave della relazione medico-paziente, la diagnosi non è solo un processo di conoscenza compiuto da chi la formula, è anche un'occasione importante della conoscenza di sé. Ed è sempre un incontro: con il corpo, la chimica dei farmaci, la cura di sé, la scienza medica, la (s)fiducia nella medicina, il passato dell'anamnesi, il futuro della prognosi, la nostra personalità, le nostre paure e difese. Sulla malattia e l'essere malati si è scritto molto. Meno sulla diagnosi e l'essere diagnosticati. O con internet, sull'autodiagnosticarsi, solitari esploratori dei nostri sintomi. Le diagnosi non sono sentenze e le malattie non hanno un «significato», non sono metafore o colpe. Possono però abitare le nostre vite come narrazioni e mitologie personali.
"Mindscape" è un neologismo per evocare il rapporto tra psiche e paesaggio e collocarci a metà strada, là dove dobbiamo stare: con la psiche nel paesaggio e il paesaggio nella psiche. Guidato da bussole psicoanalitiche, letterarie e neuroestetiche (da Searles a Winnicott, da Schnitzler alla Dickinson, da Zeki a Gallese), Vittorio Lingiardi ci invita a ripensare l'idea di ambiente e, in particolare, di paesaggio elettivo. Un luogo che cerchiamo nel mondo per dare forma e immagine a qualcosa che è già in noi. Al tempo stesso una scoperta, un'invenzione e un ritrovamento. Fiumi, montagne, ruderi e spiagge abitano la nostra mente, i nostri viaggi e i nostri sogni. Come oggetti psichici sono immersi nella nostra memoria, e forse risalgono al primo incontro con il volto di chi ci ha guardato. O ha distolto lo sguardo. Per stare al mondo dobbiamo conoscere il paesaggio. Soprattutto, dobbiamo avere molti luoghi dentro di noi per avere qualche speranza di essere noi stessi.
Valutazione clinica e diagnosi al servizio del trattamento. Integrando una lunga esperienza di insegnamento, ricerca empirica e pratica clinica, questo volume mette per la prima volta a confronto i principali sistemi diagnostici: DSM-5, ICD-10, PDM e SWAP-200. L'obiettivo è promuovere un approccio alla diagnosi psicodinamica (ma non solo) che sia moderno, informato e dialettico. Al servizio non di una modellistica astratta, ma di un invio al trattamento attento alle caratteristiche del paziente e della sua personalità. Per insegnare la psicopatologia clinica gli autori si servono anche di un "casebook diagnostico" supplementare: il cinema.