
Rapito e condotto fra i ghiacci del Klondike, Buck è costretto a diventare un cane da slitta e a imparare a sopravvivere in un ambiente ostile. Dopo aver sperimentato ancora una volta nella sua vita l’affetto per un essere umano, Buck segue il proprio istinto di essere libero e selvaggio e torna nella foresta, dove vivono i lupi, lontani eredi dei suoi antenati.
Jack london, è lo pseudonimo del romanziere statunitense John Griffith London (San Francisco 1876 Glen Ellen, California, 1916). Dopo una giovinezza avventurosa e priva di studi regolari, si dedica alla letteratura, divenendo uno degli scrittori più prolifici e di maggiore successo dei suoi tempi. Tra i suoi romanzi più famosi ricordiamo Il richiamo delle foresta, Zanna Bianca e l’autobiografico Martin Eden.
"Quello che Zanna Bianca affronta e comprende è quello che anche noi dobbiamo imparare. L'ingiustizia dà vita ad altra ingiustizia, la crudeltà ad altra crudeltà e anche se, come questo lupo, ciascuno di noi porterà sempre addosso le proprie cicatrici, fortunatamente nello stesso modo l'amore porterà sempre altro amore, la fedeltà altra fedeltà. È questo che salva Zanna Bianca ed è questo che può salvare anche noi." (Dall'introduzione di Miki Monticelli). Età di lettura: da 9 anni.
Jack London (1876-1916) all'età di 14 anni iniziò a lavorare in una fabbrica di San Francisco; seguirono poi i più svariati mestieri: marinaio, cacciatore, sindacalista, cercatore d'oro e, infine, scrittore. Si avventurò nel Klondike alle prime notizie della scoperta dell'oro in quella regione, nel 1897, ma la dure condizioni ambientali e il sopraggiungere dello scorbuto obbligarono lo scrittore a rinunciare al suo sogno di ricchezza. Se London non aveva trovato l'oro, aveva però scoperto un universo: quello delle selvagge e inospitali terre del Grande Nord, dei cercatori d'oro e dei loro cani da slitta. In questo romanzo del 1903, l'autore trasformò la sua esperienza in Alaska in un racconto appassionante, dove uomini e cani lottano per la vita e per l'oro. Introduzione di Erminia Dell'Oro. Età di lettura: da 8 anni.
Storie di pugni è un'antologia di racconti sulla boxe impreziosita dal reportage che London scrisse per il "New York Herald" in occasione della celebre "Sfida del secolo", il primo evento sportivo ad accendere l'interesse e la passione di milioni di appassionati di tutto il mondo: il "gigante di Galveston" Jack Johnson, primo campione nero dei pesi massimi fu sfidato da James Jeffries, "la grande speranza bianca" imbattuto campione del ring. Jeffries andò giù al 15esimo round. La folla esplose. Fu uno dei primi eventi sportivi ad essere ripreso dalle telecamere. Ma la loro diffusione fu proibita. Il KO dell'uomo bianco non doveva essere visto. "La sfida", "Una bistecca" e "Il messicano" sono gli altri racconti presenti in "Storie di pugni", dove la boxe si erge a protagonista principale ma anche a veicolo per parlare e scrivere d'altro, come nella migliore tradizione del racconto di sport: rivoluzione e speranza, gloria e declino, morte e amore sono i temi toccati e raccontati attraverso il medium privilegiato che è la boxe. Un London giornalista, scrittore e cronista sportivo, capace di descrivere con il suo stile asciutto e inimitabile tutta l'epicità degli albori della boxe moderna, allora come oggi una disciplina fatta di sofferenze, dolore, passione e coraggio.
Zanna Bianca è un animale con una doppia natura. Se dalla madre, infatti, ha ereditato l'intelligenza del cane, la sua ferocia e la sua indole sono quelle del lupo. La sua stessa origine lo costringe a vivere in bilico tra due mondi, entrambi regolati da leggi spietate e inviolabili: quello della foresta e quello dell'uomo. Ma quale istinto alla fine prevarrà in Zanna Bianca? Un'avventura esistenziale raccontata con commossa partecipazione da uno degli scrittori più aggressivi e sensibili di tutti tempi: Jack London. Adattamento di Fabrizio Casa. Lettura di Marco Franzelli.
Nell'anno 2013, in un mondo dominato dal Presidente del Consiglio dei Magnati dell'Industria, scoppia un'epidemia che in breve tempo cancella l'intera razza umana. Sessant'anni dopo, nello scenario postapocalittico di una California ripiombata nell'età della pietra, un vecchio, uno dei pochissimi superstiti (e a lungo persuaso di essere l'unico), di fronte a un pugno di ragazzi selvaggi - i nipoti degli altri scampati - riuniti intorno a un fuoco dopo la caccia quotidiana, racconta come la civiltà sia andata in fumo allorché l'umanità, con il pretesto del morbo inarrestabile, si è affrettata a riportarsi con perversa frenesia a stadi inimmaginabili di crudeltà e barbarie. La peste scarlatta è uno dei grandi testi visionari di Jack London, che qui ancora una volta fa da temerario battistrada - e scopre un filone ricchissimo e fecondo.
Novela de aventuras ambientada en la vida marinera y de los cazadores de focas, EL LOBO DE MAR (1904) –inspirada, como gran parte de la obra de Jack London (1876-1916), en experiencias propias y personajes por él conocidos– gira en buena medida en torno al capitán Larsen, símbolo del superhombre, de la fuerza y la resistencia físicas, en cuya personalidad contradictoria coexisten la violencia y el primitivismo con la mentalidad propia de un hombre refinado sensible a la poesía y a la filosofía. El protagonista del relato, así pues, viene a personalizar el eterno conflicto entre el bien y el mal, entre la inteligencia y la fuerza bruta. Otras obras de Jack London en esta misma colección: «El vagabundo de las estrellas» (BA 0936), «El silencio blanco y otros cuentos» (BA 0937), «Asesinatos, S. L.» (BA 0938) y «Relatos de los Mares del Sur» (BA 0939).
Nel 1897 Jack London lasciò San Francisco per l'Alaska sulla scia della febbre dell'oro scoppiata in quegli anni. Tra mille peripezie raggiunse il Klondike, e proseguì al di là delle montagne, fino a Dawson City in Canada e lungo il fiume Yukon. Non trovò l'oro che cercava ma riportò a casa qualcosa di più prezioso: un immenso tesoro di osservazioni e di ricordi che trasformò poi nelle sue opere più famose. È così che nascono alcuni dei suoi capolavori "Il richiamo della foresta", "Zanna Bianca", "Farsi un fuoco", "Baitard" dove in uno scenario di sterminate distese di neve, fiumi gelati, foreste brulle e tetre, si muovono uomini e animali legati indissolubilmente dalle leggi di natura che li costringono a lottare per la vita, uccidere per non essere uccisi, giocare d'astuzia, combattere gli istinti più selvaggi.
Allegrissima, tragica e disperatamente vitale autobiografia alcolica di Jack London. La riscrittura in chiave etilistica di "Martin Eden". A bordo della sua Razzle Dazzle il giovane re dei razziatori di ostriche attracca nei saloon dell'angiporto di Oakland per bere e offrire da bere dimostrando la propria resistenza e generosità per essere accettato in quella consorteria di "veri uomini". Perché la tesi del libro è che l'alcol "naturalmente" non può piacere e che si beve solo per dovere sociale, per frequentare i saloon e le incredibili persone che vi si conoscono. Molto meglio le caramelle d'orzo che il giovanissimo razziatore mangia di nascosto, come di nascosto legge e frequenta le biblioteche... E che finché si fa una vita "vera" le bevute non sono poi un gran problema, a parte i soldi e le risse; il vero problema nasce quando al lavoro fisico si sostituisce quello intellettuale. Allora sì che l'alcol diventa tragedia.