Le esperienze che l'autrice propone come occasione di preghiera sono molteplici: il tempo che scandisce ogni giornata, i momenti di festa, di svago e di gioia, ma anche quelli di ansia e preoccupazione. Ci sono appuntamenti o luoghi speciali, che meritano di essere affidati al Signore. E infine persone per cui pregare, nella specificità del loro ruolo o della loro vocazione. Lo stile è quello ormai noto: a partire dall'umano, Franca Longhi è maestra nell'aiutare a tenere viva la relazione con Dio, con noi stessi e con il mondo.
Attraverso la sua scrittura orante, l'autrice conduce nel mondo del dolore che si concretizza nell'esperienza di essere malati, di sentire i giorni della vita sempre più confinanti con l'eternità. Attraverso la preghiera siamo invitati a scendere gli scalini del fonte battesimale della sofferenza. Siamo introdotti ai sentimenti, alle emozioni, alle paure, alle speranze? La lotta è ardente nel cuore perché si tratta di cercare il senso di ciò che sembra uccidere ogni sensibilità fino a fare dell'esperienza della malattia un luogo di benedizione perché, nonostante tutta la durezza e lo sgomento, rimane un luogo di relazione. A questo serve la preghiera: a tenere viva la relazione con Dio, con noi stessi e con il mondo di cui siamo parte senza mai esserne il centro. Con la sua sofferta preghiera, Franca Longhi aiuta ad avere una traccia, una pista, un percorso per sentirsi meno soli e non smarrirsi; ad attraversare i vari momenti che la malattia può generare: dal senso di rabbia e impotenza, alla possibilità di non restare concentrati solo su se stessi, alla scoperta che anche quella particolare condizione rende possibili esperienze preziose. Il testo consegna preghiere non solo per i malati, ma per tutti coloro che della vita desiderano vuotare la coppa fino in fondo per gustarla in pienezza.