Nei primi anni del nuovo millennio e in modo particolare nel 2010, migliaia di articoli, dispacci di agenzia e trasmissioni televisive trattavano un unico argomento: l'abuso sessuale su minori da parte di chierici della Chiesa Cattolica. Ciò che è venuto alla luce è sconvolgente: vite distrutte, vittime abbandonate, innumerevoli casi sottovalutati o non affrontati e famiglie e comunità intere che non riescono a credere più, né nella Chiesa né persino in Dio. Le recenti innovazioni normative, specialmente sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della fede del 2001 e la loro nuova versione del 2010, sono state promulgate intorno a questa specifica fattispecie delittuosa e ai vari problemi che si incontrano nell'affrontarla.
Il fine principale del presente studio è, da un lato, quello di proporre una visione d'insieme e sistematica dei vari problemi sorti negli ultimi due decenni a livello pratico e dottrinale in ambito processuale penale, poiché essi si manifestano tra di loro interdipendenti e connessi; dall'altro lato, è quello di fornire una valutazione critica della prassi attuale, considerata la preferenza di fatto data alla procedura extragiudiziale ex can. 1720 anche nella trattazione dei delicta graviora. Una delle questioni centrali è esaminare se tale procedura amministrativa penale possa corrispondere alle esigenze di un giusto processo e dei suoi principi fondamentali, e fino a che punto essa garantisca un'adeguata tutela dei diritti.
Il diritto processuale penale canonico si presenta tuttora come un cantiere complesso, con vari aspetti da ripensare alla luce dell'esperienza pratica degli ultimi anni e con lavori da concludere o da iniziare ancora. In questo senso, il presente contributo intende offrire un resoconto circa la situazione attuale del sistema processuale penale e di essere di aiuto a chi voglia o debba orientarsi in detto cantiere.