Dall'immediato secondo dopoguerra fino alla metà degli anni Sessanta, "La Settimana INCOM" ha anticipato l'inizio di ogni spettacolo cinematografico raccontando l'Italia in bianco e nero. Il volume ne ripercorre la storia nel decennio compreso tra il 1946 e il 1956, un arco di tempo in cui, prima che si imponesse la televisione, il cinegiornale documentava la coraggiosa ripartenza del nostro paese dopo le ferite della guerra. Le cineprese ritraggono una nazione che faticosamente cresce e si modernizza sotto la doppia tutela dell'apparato di controllo governativo e della superpotenza americana. Sul grande schermo appare un paese più bianco che nero: ci sono le industrie del Nord, le case assegnate ai poveri, i nuovi comfort offerti da autovetture ed elettrodomestici, i sogni che finalmente si realizzano. C'è anche il Sud che si rialza dalla fame e dal degrado. Pochi, invece, i cenni ai disordini, agli scioperi, alle lotte per il lavoro. "La Settimana INCOM" ha illustrato l'Italia "come era davvero" e quella che la classe dirigente di allora voleva che fosse. Oscurando scosse e traumi, come in un film a lieto fine, ha mostrato la corsa irresistibile del paese verso il "miracolo".
Confrontando il patrimonio dell'Archivio storico Luce con documenti di prima mano e con fonti archivistiche tradizionali, il volume ricostruisce la storia dell'Istituto Luce dal 1924 al 1945, gli anni cioè che intercorrono tra la fondazione del piccolo Sindacato di istruzione cinematografica, sulle ceneri del quale nascerà L'Unione cinematografica educativa (LUCE), e il trasferimento dell'Istituto sulla Laguna dopo il crollo del fascismo. Attraverso la storia del Luce, il libro offre un contributo innovativo alla storia del fascismo italiano e alla sua politica culturale, di cui il cinema Luce è stato un pezzo importante, destinato ad avere uno sviluppo sorprendente anche nell'Italia del secondo dopoguerra. A dispetto della prevalente funzione di pura informazione e propaganda che gli viene attribuita, l'Istituto Luce inaugura un originale sistema di comunicazione nazionalpopolare: nel corso degli anni Trenta, nella catastrofe della guerra e poi nella difficile ricostruzione morale e materiale del paese, le sue cineprese ritraggono con straordinaria forza evocativa anche la vita quotidiana, le tradizioni, le emozioni di tutti gli italiani.
Famiglia e indissolubilità del matrimonio sono al centro del dibattito che inizia, all'indomani della Seconda guerra mondiale, nell'Assemblea Costituente. Si riaccende in quella sede il duro scontro sul divorzio che già nell'Italia postunitaria, fuori e dentro il Parlamento, aveva contrapposto progressisti e conservatori. L'urto sul divorzio è il drammatico specchio delle contraddizioni della politica e del bisogno di cambiamento della società italiana. Dopo la proposta di legge presentata dal socialista Fortuna a metà degli anni Sessanta, la contesa fra divorzisti e antidivorzisti è destinata a dividere il paese diventando un'aspra disputa fra oscurantismo e modernità. Basandosi su fonti archivistiche inedite, come le migliaia di lettere e cartoline dei "fuorilegge del matrimonio" inviate a Loris Fortuna per sostenere il suo progetto di legge, la crociata del divorzio viene qui indagata assumendo per la prima volta anche l'angolo visuale della gente comune. Quella del divorzio è infatti una battaglia esplosiva che si innesta su una sofferenza sociale diffusa: oltre ai maggiori partiti politici e ai vertici della Chiesa, impegnati, ciascuno a suo modo, a difendere la propria egemonia, entrano in campo con forza inaspettata anche le persone.
Una storia del movimento femminista italiano non è stata mai scritta. Il motivo principale di questa lacuna storiografica è che la maggior parte dei gruppi, sorti nel nostro paese fin dalla metà degli anni sessanta, ha scelto la reticenza, l'anonimato, una memoria non detta. Colmare questo silenzio è possibile oggi grazie ai Centri di documentazione e di ricerca sulla storia delle donne. Il volume ricostruisce le ragioni e il percorso del femminismo all'interno della storia del nostro paese ricomponendo la vita dei diversi gruppi à partire dalle contraddizioni dell'Italia post-miracolo fino alla svolta degli anni ottanta e novanta quando, dopo la cupa stagione degli anni di piombo, il femminismo si ripensa e cambia rotta.