"Pace" e "guerra" una lotta incessante che assilla l'umanità. Cosa ci dicono i testi sacri della Torah, del Vangelo e del Corano su questa eterna smania di combattere e contendere propria dell'umanità e del vitale desiderio di quiete e pace che pervade ogni uomo? Al lettore una prova di dialogo tra studiosi.
Dante Lattes, maestro di molte generazioni, ha inciso profondamente sul pensiero ebraico del novecento, mantenendo inalterato, nel tempo il valore etico e profetico della sua visione del mondo e della realtà umana. Il volume ne propone idee e analisi, riprendendo quanto emerge dai suoi scritti, dalle sue lezioni, dalle sue scelte di vita. L'Autore, Amos Luzzatto, lo fa con la sensibilità di un testimone, la delicatezza di un conoscitore diretto della sua figura, il rigore dello studioso del suo pensiero e del suo modo, tradizionale e innovativo nel contempo, di interpretare e presentare l'ebraismo. Il testo, secondo le caratteristiche della collana, presenta il aggio di Luzzatto, facendolo seguire da alcuni scritti, tra i più significativi, dello stesso Lattes.
Senza ragionare sulle strutture di potere che hanno formato l'Europa, senza individuare il problema politico e storico che sta alla base della differenza fra cristianesimo ed ebraismo, il pregiudizio contro gli ebrei e la loro persecuzione non saranno mai compresi né risolti. Finché si penserà che il problema alla base della cosiddetta "questione ebraica" sia da ravvisare nelle differenze dottrinali che distinguono le due religioni non si comprenderà mai il fondamento reale dell'antisemitismo e del razzismo. Per capire il "perché", il drammatico e misterioso "perché" dell'odio e dell'ostilità che hanno investito gli ebrei da centinaia di anni, bisogna ripercorrere la storia e cogliere nelle strutture di potere il fondamento di ogni persecuzione. È questo che Amos Luzzatto, in questa lunga e articolata riflessione sull'ebraismo, ci propone per uscire dalle strettoie di un ragionamento superficiale, risaputo e sterile, e per riconoscere i veri fondamenti della "questione ebraica" e della persecuzione che ha funestato la storia degli ebrei. Un libro non solo "intelligente" ma controcorrente, per individuare le radici che stanno alla base del più profondo dramma umano e collettivo della modernità.
È una parola a cui si pensa solo quando qualcuno sollecita una nostra opinione: che cosa è la vita? Quando inizia? Quando finisce? Rispondere non è semplice perché il linguaggio quotidiano non sembra adatto a individuare l’essenziale. Qui si trova un percorso ironico e sereno sui processi vitali nel tempo e nello spazio, sulle relazioni umane, sulla consapevolezza come aspetto irrinunciabile della vita stessa, fino a un intervento nel controverso dibattito sulla possibilità del testamento biologico.
Indice
Volume I
Perché Vita?
Il cerchio è più facile
La vita è una storia
La scimmia e il fruscio
Il calamaro e la robotica
Molla o candela?
Robinson Crusoe e i numeri di Fibonacci
Predatori, concorrenti e commensali
Comparsa (e scomparsa?) del fenomeno “vita”
Sei giorni (e un'arca)
Acculturazione dell’ambiente
La danza delle api
La vita del gruppo
Eredità genetica, eredità culturale
Comunicazione, memoria e apprendimento
Ciclicità e ritmi
La cultura
Come nasce un pensiero religioso
Lingue, civilizzazioni e conflitti
Mi piaceva l’inverno, ma dovetti preferire la primavera
Normalità e patologia
Vivere include la consapevolezza di vivere
Una divagazione ebraica
«Andava combattendo ed era morto»
Quel che mi piacerebbe fosse ricordato
Per approfondire
Volume II
Questo libro che non è un libro
"Ogni traduzione è un'interpretazione, come lo è già la comune lettura. Chi legge è vincolato alla fissità del testo - non può cambiarlo: ne viene interrogato, ma al tempo stesso lo interroga.
Questa singolare circolarità rende diverso chi legge e insieme diversifica il testo, ne moltiplica i sensi".
Bastino queste parole di Salvatore Natoli per introdurre alla versione del Qohelet di Amos Luzzatto: il libro della Bibbia più discusso da teologi e filosofi, perché tocca i dilemmi dell'esistenza umana, mostra qui un altro suo volto, femminile. Chi era Qohelet? Perché il suo nome porta una desinenza femminile?
"Perché Qohelet, almeno 'quel' Qohelet che parla, è proprio donna", spiega Luzzatto: "una donna sapiente, forse un'allieva del re Salomone, che gli fa da portavoce in vecchiaia".
La nuova traduzione del Qohelet qui presentata è una riflessione ebraica sui suoi enigmi: gioventù e vecchiaia, vita e morte, divenire ed eternità. Un libro sapienziale, appunto, perché ha per oggetto la ricerca (capire la realtà), l'utilità (scienza pratica), la rettitudine (il giusto fare) e la verità (scienza, fede, etica).
Una lettura biblica che insieme offre elementi per un pensiero ebraico al banco di prova di problematiche etiche e anche scientifiche.
Hermann è un ebreo tedesco, di formazione rabbinica, un intellettuale, amante della musica e dell’arte italiana. Dopo una permanenza in America durante la Guerra, fa ritorno in Italia con l’illusione di ritrovare una fanciulla della quale si era invaghito. Deluso dall’incontro con l’oggetto del suo sogno, incapace di adeguarsi a un’Italia sconfi tta e impoverita, decide di dedicarsi gratuitamente all’istruzione delle classi povere degli ebrei romani. Nel corso di questi tentativi nei quali incontra violenze e generosità, ingenuità e ribellismo, crede di aver trovato l’amore vero in una giovane e bella ebrea popolana, Corinna. Un’esistenza, la sua, alla ricerca di una vita affettiva e intellettuale quasi sospesa fra un passato che non torna più e un futuro carico di valori nuovi nei quali non riesce a ritrovarsi. Hermann ci lascia un’immagine incompiuta, per la quale si prova una sensazione mista di tenerezza e di rimpianto.
Liberta' e' una parola cui tutti dovrebbero rendere omaggio, ma che nella storia non puo' prescindere, non e' mai stata generalizzata.