Il passato è presente parla a ognuno di noi attraverso il dialogo che la scrittrice immagina con il compagno di tutta una vita, l'ispanista Cesare Acutis, che troppo presto l'ha lasciata sola. Fu un grande amore, burrascoso e complice. Ma il discorso intellettuale e sentimentale non si è mai interrotto e le consente di disegnare a tratti ora più leggeri ora più incisi momenti e tappe di una vita anche attraverso piccole vicende, "emozioni trascurate, sensazioni appena sfiorate", che adesso emergono suscitando riflessioni. Le tante persone e cose amate: i genitori, gli amici, le opere degli artisti e i capolavori della natura. Ma anche la passione per la scrittura e per la parola che può illuminare il vuoto delle assenze, "ombra del sole, refrigerio e conforto" anche nel momento della prova più difficile: una malattia che imprigiona nei movimenti, che priva della libertà. Perché "di tutti i nostri atti, consapevoli o meno, nessuno va perduto". Ed è nell'insperata influenza di un nostro gesto sulle vite degli altri che continuiamo - laicamente - a sopravvivere.
Certe scelte possono macchiare il destino di innocenti. È quello che accade ai figli del principe di Aquitania: dopo la morte dei genitori, fratello e sorella crescono in un'ambigua simbiosi che, con la pubertà, si trasforma in incesto. Quando la fanciulla si scopre incinta, il tutore dei ragazzi decide di separare i due giovani, nascondere la gravidanza e affidare il neonato al fiume, come Mose. Gregorio (questo è il nome del bambino) cresce ignaro di tutto con la famiglia del pescatore che lo ha salvato, fino a quando gli viene rivelato il segreto della sua nascita e decide di partire in cerca della madre. Affronta con coraggio e saggezza i pericoli del mondo, sempre illuminato dalla fede e dalla speranza di conoscere colei che gli ha dato la vita e della quale vuole alleviare la pena per la colpa commessa. Ma la sua vita è segnata dal peccato: lo aspetterà un altro tragico errore, un nuovo incesto, cui seguiranno un folle viaggio e una lunga penitenza (diciassette anni incatenato su uno scoglio, cibandosi solo di rugiada) che lo condurrà infine al soglio di san Pietro. Reinterpretando il "Gregorius" di Hartmann von Aue, Laura Mancinelli continua a raccontarci con passione il Medioevo. Storie di amori, cadute e redenzioni: sentimenti universali che attraversano le epoche ammaliando ogni volta i lettori.
Il sogno di Crimilde è rilettura di un antichissimo mito germanico accolto nei Nibelunghi, poema anonimo composto per le corti nobiliari tra xii e xiii secolo. La scrittrice si rifà alla tradizione del mondo germanico meridionale, in cui una Crimilde ingenua e innamorata, dopo l'uccisione del suo Sigfrido, per vendicare il perduto amore provoca la distruzione di due interi popoli. La presenza dell'incombente tragedia non toglie nulla al fascino del racconto, anzi lo accresce.
La seconda storia, I tre volti di Isotta, è un'interpretazione del più affascinante e misterioso poema del Medioevo europeo: il Tristano, composto da Gottfried von Strassburg all'inizio del xiii secolo e rimasto incompiuto. Le figure delle tre Isotte, la Bionda, la Madre e la Bianca Mano, erano già presenti, con i loro significati simbolici, nella tradizione celtica, e a quella versione precristiana si attiene la scrittrice, prendendo le distanze dalla sovrapposizione religiosa di Gottfried. Le contrastate vicende di Isotta la Bionda e dell'eroico Tristano si intrecciano con la sanguinosa contesa tra Cornovaglia e Irlanda, tra sfide, congiure, brevi giorni felici e inganni. Avvalendosi della libertà concessa ai narratori di miti celebri, la Mancinelli attribuisce un ruolo insolito e centrale a re Marke, e al suo rapporto con i due amanti infelici.
Due storie immortali che la medievista e appassionata affabulatrice rievoca con rigore e leggerezza aprendo vividi squarci sul colorato mondo cortese.
Florindo Flores ha abbandonato per qualche giorno il suo amato orticello e il suo giardino sassarese, e si trova a Torino per questioni personali. Non immagina certo che sarà costretto, suo malgrado, a riprendere le tradizionali attività investigative. Tutto comincia con la scomparsa di un paio di occhiali, che si ritiene fossero appartenuti a Cavour. Il Bensi, proprietario di un ristorante, che ne ha denunciato la sparizione, non lo convince affatto, sembra una caricatura del Conte, con quel panciotto e i modi cerimoniosi e sfuggenti... Pare una faccenda trascurabile e Flores non vede l'ora di liquidarla per rifugiarsi nel calore dell'atmosfera famigliare, tra gli aromi della saporita cucina della moglie, ma sono invece le nebbie del Po a catturarlo: dalle acque torbide emergono indizi che potrebbero rivelare vicende sinistre: il vestito e la parrucca di una certa Loredana, ben conosciuta da Bensi. Tra i dipendenti del Ricetto del Conte, il locale che esibiva in una vetrinetta gli occhiali e altri cimeli del grande piemontese, manca all'appello Evaristo da Rio, un cameriere che serviva i clienti a passo di samba. Svaniti gli occhiali di Cavour, sparito l'ambiguo brasiliano, scompare anche il signor Bensi: dal suo armadio mancano solo la vestaglia, le pantofole e... una bombetta. Bisogna dipanare la matassa e forse il bandolo potrebbe essere nelle mani della signora Bensi...
Sono qui raccolti, in un unico volume, tre romanzi di Laura Mancinelli in cui l'autrice trasporta il lettore in un mondo dove i sogni possono diventare realtà. "Biglietto d'amore", con lo straordinario viaggio nella Germania del XIII secolo di un poeta e di un cacciatore alla scoperta di quante più possibili poesie d'amore che si trasformerà ben presto in un'affascinante iniziazione alla bellezza della natura e ai piaceri terreni; "I colori del cuore", che vedrà l'intelligenza e la purezza dei sentimenti vincere sull'arroganza e la forza bruta; infine, conclusione ideale di questa trilogia, "Il ragazzo dagli occhi neri", con l'avventuroso ritorno ai luoghi degli avi che sarà l'occasione, per un giovane principe, di scoprire le proprie radici e le ragioni che governano l'utopia di ogni singolo destino.
"Il ragazzo dagli occhi neri" è il figlio, nato orfano, di un principe egiziano portato come prigioniero di guerra dalle terre delle crociate a Zurigo e ucciso dai servi del crudele usurpatore Mangolt. Di quel ragazzo Laura Mancinelli racconta l'intera formazione sentimentale, che culmina nella decisione di partire dalle montagne zurighesi verso la Terra Santa e i luoghi dove viveva suo padre. Ha cosi inizio una grande avventura sul mare e in terre favolose e ignote, alla ricerca delle proprie radici e di una possibile giustizia.
Florindo Flores deve precipitosamente tornare a Torino per scoprire chi sta ordendo delle truffe con al centro delle copie "originali" del manoscritto dei Nibelunghi. Una è già stata venduta a Milano per due milioni di euro; e uno studioso di letteratura tedesca fallito, Herr Null, viene ucciso mentre cerca di piazzarne un'altra, momentaneamente nelle mani della sprovveduta contessa Roxilda. A capo dell'organizzazione c'è un criminale che vive in una villa fuori Milano, circondato da una squadra di stupidi gorilla dal grilletto facile.
In ognuno di questi racconti, d'improvviso, irrompe lo scarto impensato, il guizzo inatteso, il fatto imprevedibile, il personaggio curioso o bizzarro che scombina la trama, travolge i protagonisti, dà una sterzata alla normalità trasformando il destino dei personaggi. È la mano sinistra dell'autrice che cattura così il lettore, lo trascina nella sua storia con un sorriso accattivante e gli sciorina vicende e protagonisti con una leggerezza di tocco che vela appena di un sorriso ambiguo l'intrecciarsi degli avvenimenti sulla scena del mondo, dei tanti oscuri e commoventi mondi degli uomini.
Un nobile malvagio cerca di uccidere il fratello buono a cui ha usurpato il feudo. La catena della violenza e del potere sarà interrotta da un ragazzo che alla vendetta preferisce l'arte e l'amore per una donna. Laura Mancinelli sceglie nuovamente l'età medievale come ambientazione per un suo romanzo, affascinante percorso di avventure, amori e intrighi in cui si approda a una visione fantastica e affettuosamente ironica della società medievale.