«Il tifo è una malattia giovanile che dura tutta la vita» Pier Paolo Pasolini «Si è tifosi della propria squadra perché si è tifosi della propria vita, di se stessi, di quello che si è stati, di quello che si spera di continuare a essere» Giovanni Raboni L'Italia, patria dei campanilismi, anche sportivi, tiene a battesimo negli anni Venti del Novecento il vocabolo «tifo». Quale che sia la sua origine, il tifo non si esaurisce nei cori intonati sugli spalti o a bordo ring per i propri beniamini: a mano a mano che da fenomeno d'élite lo sport diviene manifestazione di massa, tende a trasformarsi in una passione che ha molto in comune con la vita e la morte, l'amore e l'odio. I campioni entrano nella vita quotidiana delle persone, ne nutrono l'immaginario e vivono nel mito. Stadi, velodromi, palazzetti dello sport sono i templi dove si celebra un rito pagano, mentre le salite del ciclismo diventano luoghi di pellegrinaggio ai quali avvicinarsi con emozionata deferenza. In questo libro letteratura e giornalismo d'epoca, memorie e documenti, film, canzoni, e perfino i gadget compongono un racconto corale e popolare della società italiana.
Cento anni dalla nascita, ormai sessanta dalla morte: e ancora la memoria e la leggenda di Fausto Coppi sono vivissime, e non solo in Italia. Per celebrare il centenario dell'Airone si preparano mostre, convegni, reading, gare in molte parti d'Italia. Campione di uno sport povero e faticoso, Coppi incarnò lo spirito di un'Italia che, fra le macerie della guerra, pedalava verso i traguardi esaltanti del miracolo economico. Nella competizione dura ma cavalleresca fra Coppi e Gino Bartali si immedesimava un paese, si specchiava persino l'antagonismo fra cattolici e comunisti. E in pari tempo le vittorie dell'uno come dell'altro contribuirono a ridare un orgoglio nazionale agli italiani. In questo puntuale e appassionato libro di Marchesini, Coppi e Bartali sono gli eroi sportivi della rinascita del paese.
È dal 1909 che, salvo le interruzioni della guerra, la carovana del Giro attraversa l'Italia: il Giro è un'istituzione, fa parte della storia e dell'identità del Paese e nella vicenda del Giro davvero si rispecchia l'evoluzione sociale ed economica dell'Italia. Con una minuziosa attenzione non solo alle cronache, ma anche alle innovazioni tecniche, al contorno pubblicitario, persino ai gadget (dalle figurine agli indimenticabili tappi a corona con l'immagine dei corridori) che alimentano la passione e la mitologia popolare, Marchesini offre al lettore una narrazione di sorprendente spessore storico che illumina molti ed essenziali aspetti della società italiana contemporanea. Un capitolo finale, di particolare attualità, ripercorre la storia del doping nell'evoluzione del ciclismo italiano dalle origini a oggi.
Dal 1909 fanno più di novant'anni che la carovana del Giro attraversa l'Italia: il Giro è un'istituzione, fa parte della storia e dell'identità del Paese. Con una minuziosa attenzione non solo alle cronache, ma anche alle innovazioni tecniche, al contorno pubblicitario, persino ai gadget che alimentano la passione e la mitologia popolare, Marchesini offre al lettore una narrazione che illumina molti aspetti della società italiana contemporanea.