Le cose che diventano pezzi da museo possono essere di gran valore o solo di uso comune, ma sono state tutte scelte per aiutarci a ricordare chi siamo. Per questo, debbono subire una trasformazione radicale, smettendo di essere utili per diventare capaci di sfidare il tempo, con i loro significati e con la loro fisicità. Il nostro rapporto con i pezzi da museo non è solo intellettuale, ma ha anche un risvolto misterioso.
Il volume è destinato soprattutto a chi lavora o vorrebbe lavorare nei musei, ma non è un manuale di museologia in senso tradizionale. Pur trattando la materia in modo sistematico, propone infatti una riflessione sulle sfide poste dal nostro tempo a questa istituzione, finora sempre capace di adattarsi ai mutamenti degli scenari culturali e sociali. La tesi di fondo è che il museo deve continuamente trovare un equilibrio fra esigenze contrapposte: conservare il suo patrimonio per il pubblico di domani facendolo conoscere al pubblico di oggi; rendere compatibile lo sforzo intellettuale con il piacere della visita; conciliare la qualità con la fruizione di massa, perché ciò che rende ancora vitale il museo è anche il suo essere uno dei pochi luoghi in cui si può non solo immaginare, ma sperimentare la condizione di cittadini del mondo.
Giudicare il museo è più facile che comprenderlo. Poche istituzioni sono state valutate in modo così contraddittorio: tempio o cimitero dell'arte, luogo della meraviglia o deposito polveroso, microcosmo o disordine organizzato, casa dei sogni collettivi o dimora dell'incoerenza, laboratorio o supermarket della cultura. Ma che cos'è veramente il museo? Questo libro cerca di svelarne l'identità, raccontarne la storia, spiegarne il funzionamento e prevederne il futuro. È una guida generale al museo, ma anche un invito a riflettere sui molti dilemmi che rendono oggi il suo equilibrio così delicato.