I soldi per uscire dalla crisi ci sono e sono i nostri. Ce li ha Cassa depositi e prestiti: è il "salvadanaio" degli italiani e raccoglie 235 miliardi di euro, il risparmio postale dei cittadini. Ma la nonna che apre un libretto postale - e suo nipote - non hanno idea di dove finiscano i loro soldi: i risparmi di 24 milioni di italiani - raccolti da Poste italiane sono gestiti da Cdp, che con i nostri soldi potrebbe aiutare l'Italia a uscire dalla crisi, se soltanto guardasse al "bene comune" e non solo al profitto. La Cassa - Cdp, il suo acronimo - deve tornare a essere la banca degli enti locali e a promuovere il risparmio locale e "di scopo", come propone il "Forum per una nuova finanza pubblica e sociale". La posta in gioco è il nostro futuro.
La favola vera di un Paese inaspettato: è l'Italia interna, lontana dalla grande città; marginale, spesso fragile ma allo stesso tempo viva e innovativa, che trova risorse dove in apparenza c'è solo abbandono. Questo libro restituisce parola e valore ai territori dove vivono ancora 12 milioni di persone, raccontando le forme di resistenza (o "restanza") e di ritorno in montagna e nelle aree interne. Ritorni senza i quali sono impensabili la cura e la tutela del patrimonio rurale, del paesaggio, delle "infrastrutture verdi" come i boschi, oltre che la salvaguardia dei saperi tradizionali. Ma per scongiurare l'abbandono e favorire queste sacche di resistenza è necessario attrezzare i territori marginali con i servizi essenziali, come presidi sanitari, scuole, trasporti e altre funzioni "comunitarie". È la missione della Strategia nazionale aree interne e di altri progetti, come AttivAree o le Associazioni fondiarie, di cui il libro rende conto. Un dialogo sull'Italia con illustri contributi, tra cui Fabrizio Barca e Franco Arminio. Prefazione di Alessio Maurizi.
Fermare il cemento e il consumo di suolo fertile è una delle priorità di un Paese che si voglia chiamare civile", scrive Carlo Petrini nella prefazione. Questo manuale insegna a resistere e passare all'azione: 25 storie di comitati e tutte le risorse - pratiche e giuridiche - per far valere i diritti dei cittadini e del paesaggio. Un dizionario per la difesa del territorio in 10 parole chiave: mappare, in/formare, riutilizzare, simboleggiare, manifestare, ripensare, tutelare, presidiare, giustapporre, aggregare/partecipare.
"Fermare il cemento e il consumo di suolo fertile deve diventare una delle priorità di un paese che si voglia chiamare civile" (dalla prefazione di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food). Questo libro è un vademecum per passare all'azione: un "manuale di partecipazione" che raccoglie tutte le risorse a disposizione del cittadino per far valere i propri diritti e tutelare il territorio e racconta 19 "storie da copiare", dalla resistenza dei comitati alle scelte virtuose delle pubbliche amministrazioni.
Da vent'anni in Italia si gira un film che sembra pura fantascienza, ma poi si trasforma in thriller. Il titolo è "cementificazione" e la trama è fatta di speculazioni, interessi, paesaggi deturpati da ruspe e colate. Gli attori sono molti: banchieri, archi-star, immobiliaristi, politici, cavatori e cementieri. Ma i costi di questa pellicola sono tutti sulle spalle dei cittadini. Come tutti i lungometraggi che si rispettino, non mancano i colpi di scena. Porti turistici, campi da golf, stadi, autodromi: è il "cemento che non ti aspetti". A un certo punto, però, arrivano i nostri: centinaia di comitati che in tutto il paese si battono contro la devastazione del territorio. E spesso vincono. Un'inchiesta straordinaria che traccia il quadro del saccheggio al panorama italiano. Nei "titoli di coda", un dialogo sulla tutela del paesaggio con Salvatore Settis.
L'acqua è ormai una merce. E con la benedizione di politici e media si appresta a diventare - da bene comune e diritto di tutti - un affare per pochi. Una torbida verità la cui fonte è la recente riforma dei servizi pubblici locali. Questo libro ricostruisce la storia della privatizzazione dell'acqua in Italia dal 1994 a oggi, dimostrando come e perché la gestione pubblica degli acquedotti può essere la più efficiente. Per tenere, come scrive Erri De Luca nel prezioso testo inedito che apre il libro, "il conto delle gocce". «L'acqua è un bene comune. Privatizzarne la gestione vuol dire mercificare un diritto. Ma un diritto non si vende, semmai si tutela. Se il mercato vuol farci pagare l'acqua, come fosse un prodotto qualsiasi, noi rispondiamo: l'acqua è già nostra, l'acqua è di tutti noi». Luca Martinelli è giornalista e redattore del mensile "Altreconomia". Ha svolto ricerche in ambito universitario sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali. È esperto delle tematiche legate all'acqua.
Dai rubinetti del 96 per cento degli italiani esce acqua potabile. Eppure siamo tra i maggiori consumatori d'acqua minerale. Questa guida racconta una limpida verità: dagli acquedotti esce un'acqua buona e sicura ma le aziende imbottigliatrici, a colpi di spot, impongono ai consumatori la minerale in bottiglia, cara e poco sostenibile. Scheda per scheda tutte le aziende che si spartiscono un mercato da 3 miliardi di euro lasciando allo Stato le briciole. Ma non ditelo in giro. Acqua in brocca.
Dal rubinetto del 96 per cento degli italiani esce acqua potabile. Eppure siamo tra i maggiori consumatori d'acqua minerale. Questa guida racconta una limpida verità: dagli acquedotti esce un'acqua buona e sicura ma le aziende imbottigliatrici, a colpi di spot, impongono ai consumatori la minerale in bottiglia, cara e poco sostenibile. Scheda per scheda tutte le aziende che si spartiscono un mercato da 3 miliardi di euro lasciando allo Stato le briciole. Ma non ditelo in giro. Acqua in brocca.
L'acqua è ormai una merce. E con la benedizione di politici e media si appresta a diventare - da bene comune e diritto di tutti - un affare per pochi. Una torbida verità la cui fonte è la recente riforma dei servizi pubblici locali. Questo libro ricostruisce la storia della privatizzazione dell'acqua in Italia dal 1994 a oggi, dimostrando come e perché la gestione pubblica degli acquedotti può essere la più efficiente. Per tenere, come scrive Erri De Luca nel prezioso testo inedito che apre il libro, "il conto delle gocce". «L'acqua è un bene comune. Privatizzarne la gestione vuol dire mercificare un diritto. Ma un diritto non si vende, semmai si tutela. Se il mercato vuol farci pagare l'acqua, come fosse un prodotto qualsiasi, noi rispondiamo: l'acqua è già nostra, l'acqua è di tutti noi». Luca Martinelli è giornalista e redattore del mensile "Altreconomia". Ha svolto ricerche in ambito universitario sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali. È esperto delle tematiche legate all'acqua.