L'insegnamento dell'altra faccia del pianeta
«A lungo la storia dell’ambientalismo ha coinciso essenzialmente con la storia di come le élites bianche dei paesi ricchi hanno scoperto la bellezza e la fragilità della natura, e di come hanno cercato di proteggerla. Dietro questa versione dell’ambientalismo è possibile intravedere un’idea della natura e delle sue relazioni con la società: l’aspirazione a un ambiente sano e - perché no? - bello sarebbe, dunque, un lusso da ricchi e colti, fuori dall’orizzonte e dai bisogni dei poveri. Ma è un altro l’ambientalismo che qui interessa e che costituisce l’oggetto centrale dello studio di Alier: non l’ambientalismo dei ricchi, dei parchi nazionali o dello sfruttamento razionale delle risorse naturali, ma quello dei poveri, che mischia linguaggi e chiede giustizia sociale e ambientale più che una generica protezione della natura o un suo più efficiente utilizzo. Ovviamente questo approccio implica non solo una revisione delle culture ambientaliste, ma anche un ripensamento dell’idea stessa di natura; nel libro di Martínez Alier essa non è tanto un luogo di contemplazione o lo spazio della ricreazione, ma piuttosto la base materiale di sostentamento delle comunità che, difendendo quella natura, difendono se stesse e la loro sopravvivenza. Il rapporto tra riflessione teorica e narrazione è uno dei segreti di questo libro. Alier racconta storie di conflitti, dando al suo discorso sull’ecologismo popolare i volti, i nomi, spesso le parole dei protagonisti. Il libro è anche questo: una incredibile occasione per ascoltare storie che pochi ricordano o conoscono, storie di violenza e di resistenza che mostrano chiaramente come lo sfruttamento della natura sia spesso anche sfruttamento dei poveri e la liberazione dell’una non può avvenire senza giustizia per gli altri.» (dalla Prefazione di Marco Armiero)