Le pratiche superstiziose di origine pagana penetrate nel costume dei cristiani della «campagna» sono il bersaglio della requisitoria di Martino di Braga, scritta intorno al 573.
L’invettiva segue liberamente il De catechizandis rudibus di Agostino – proposto nella stessa collana con il titolo Catechesi per principianti – ed è affiancata e sostenuta da un’essenziale catechesi circa le fondamentali verità della fede cristiana, presentata con linguaggio semplice e popolare (rustico sermone). L’opuscolo ebbe fortuna, anche per il persistere di quelle pratiche superstiziose di cui ancor oggi si segnalano tracce evidenti, e fu ampiamente utilizzato per almeno due secoli. Il testo è di notevole interesse non solo per il suo contenuto dottrinale, ma anche per le implicazioni che riguardano l’evoluzione della lingua latina, la storia della liturgia battesimale e della religiosità «popolare».