La raccolta che rivelò Pavese scrittore concentra e mette a fuoco un intero universo esistenziale, quello che sarà successivamente declinato nei romanzi e nei racconti. La Torino dei viali, dei corsi, dei prati, delle sponde del Po, delle strade in salita fra siepe e muro, popolata da creature sradicate e notturne; una campagna che non è solo e necessariamente Langa, ma tende a trasfigurarsi in una dimensione mitica e primordiale; un io che rimane distinguibile, nell'irredimibilità della propria solitudine e nell'anelito amoroso e fantastico, pur se mimetizzato nel racconto di vicende altrui. Prefazione di Vittorio Coletti.