C'è sempre stato un legame speciale tra Italia e Vaticano. Tra alti e bassi, abbiamo alle spalle venti secoli di convivenza tra il cuore del cattolicesimo e la terra gentile che gli ha dato sede e ha avuto in cambio fede. La coppia Stivale-Cupolone ha resistito a tutto, anche alla occupazione di Roma da parte degli italiani a suggello del Risorgimento. Ora è cambiato tutto, radicalmente. La separazione è un dato di fatto. La crisi italiana è figlia di quella europea. La classe dirigente - politica e culturale - sta trasformando il Vecchio Continente in un dirittificio, in balìa di una tecno-scienza che promette l'avvento dell'homo-Deus, stadio estremo dell'utopia rivoluzionaria. Ma non tutto è perduto. Uomini e donne di buona volontà, con l'aiuto del Cielo, possono fare miracoli. È già accaduto. Potrebbe accadere di nuovo.
Nessun papa è stato applaudito come Bergoglio dal mondo esterno ed estraneo al cattolicesimo. Ma nessuno come lui è stato contestato all'interno della Chiesa. Da questa stridente contraddizione prende le mosse questo libro: un bilancio a cinque anni dall'elezione del cardinale argentino dopo le clamorose dimissioni di Benedetto XVI.
Quanto pregiudizio c'è nelle critiche di Bergoglio? Quanto pregiudizio anti-romano ha ispirato pensieri e opere del papa? Perché non si sono realizzate le riforme promesse? Quanto influisce il "cerchio magico" di Santa Marta sulle scelte di Francesco? E' fondata l'accusa di migrazionismo? Cosa nasconde la misericordia? Come superare divisioni e fratture? La comunione nella chiesa non più importante e preziosa della comunione per i divorziati risposati?
Roma, Città del Vaticano: alla fine di un lungo pontificato, papa Francesco è morto. Dopo i funerali, trasmessi in diretta in ogni parte del globo, gli occhi del mondo sono ora puntati su San Pietro, dove i cardinali sono chiusi in conclave. La folla si accalca contro le transenne, i furgoni dei network televisivi ingombrano via della Conciliazione, opinionisti ed esperti spiegano regole e procedure, finché davanti alle telecamere non succede qualcosa che non era mai successo prima: dopo l'ennesimo scrutinio, il comignolo della Cappella Sistina rimane quieto. È solo un problema tecnico o c'è qualcosa di più? La risposta arriva la mattina dopo: con l'attesa fumata bianca, il mondo scopre che davvero è accaduto un fatto senza precedenti. Il nuovo papa si chiama Nikolaj Sofanov ed è il primo papa russo della storia, ma soprattutto ed è questo che fa saltare sulla sedia i vaticanisti - in conclave non c'era. Al momento dell'elezione, addirittura, non era neanche cardinale. Perché proprio lui, allora? Perché andare a prenderlo così lontano? C'entra il fatto che sia un amico d'infanzia di Vladimir Putin? Quello che nessuno sa è che Sofanov custodisce un segreto che gli è stato svelato a Fatima. Quello che vuole è la riunificazione con la Chiesa ortodossa, atto coraggioso ma anche gravido di implicazioni politiche. È così che, nelle stanze più scure del Vaticano, inizia una partita a scacchi tra il nuovo papa e i suoi avversari...
Nell'autunno del 1942 il ventitreenne Giaime Pintor ed Elio Vittorini, di undici anni più anziano, si incontrano a Weimar, al raduno degli scrittori europei organizzato dalla propaganda nazista guidata da Joseph Goebbels. La città di Goethe e Schiller è la culla della nuova "civiltà" nata sotto le insegne del Terzo Reich. Ma proprio in quei giorni, quasi all'improvviso, le sorti della guerra sembrano capovolgersi. Tre storie e tre destini si intrecciano inaspettatamente: sono quelli di due tra i più conosciuti intellettuali italiani e del più crudele e implacabile ministro di Hitler. In questo esordio narrativo di Mauro Mazza, in bilico tra fiction e realtà, non tutto corrisponde alla verità storica dei fatti. Ma è come se tutto fosse vero. Tra scavo psicologico e ragioni del cuore si susseguono amori, separazioni, colpi di scena, lavorio degli 007 mentre le dittature vacillano e il Vecchio Continente va in pezzi. E se la missione affidata a Pintor dall'Intelligence inglese - recarsi a Lipsia in cerca di Ettore Majorana, scomparso portando con sé i segreti della bomba atomica - è frutto di immaginazione, anticipa solo di un anno l'incontro del giovane germanista con i servizi segreti anglosassoni. Un'opera prima che, con piglio romanzesco, trasforma in epico racconto la complessa personalità di Pintor, che nel dicembre del '43 sarebbe caduto combattendo nelle file degli Alleati.