Ancora un libro di don Antonio Mazzi!?! Sì, ma questa volta è la sua autobiografia: finalmente si può capire cosa ha in quella testa così bacata da proporre idee e pensieri che fanno impazzire alcuni e incazzare altri, tanti altri. Soprattutto però mette a nudo il suo cuore, un cuore grande, così grande da riempirsi di tutte le debolezze, le fragilità, le schifezze che gli altri volentieri schivano o fanno finta di non vedere. «In questo libro non esiste la logica e, tanto meno, la continuità. Esiste la mia anima, perforata dalle vicende che la vita e il Padreterno mi hanno elargito con generosità. Un'anima che va avanti e indietro tra episodi, preghiere, riflessioni, dubbi, domande, gioie, tragedie. Ho raccontato perciò, alla mia maniera, la mia vita. Ripeto: non c'è logica, ma solo la mia anima sgangherata, la mia spiritualità grossolana, sparpagliata tra notti insonni, piccole vittorie, disfatte oceaniche e preghiere dislessiche. Perché in tutto questo ci sta il mio Dio. Non lo dico "mio" perché lo possiedo. Lo dico mio perché non so se sia anche quello degli altri, dei cosiddetti normali».
«Quattro anni di Bergoglio basterebbero per cambiare le cose.» Così, nel marzo 2013, un anonimo cardinale confidava a un amico giornalista le sue speranze per l'imminente conclave. Ora, a quattro anni di distanza, le parole di quel cardinale suonano più che mai profetiche. Dall'elezione al soglio pontificio, Bergoglio, Papa rivoluzionario, sta cambiando il volto della Chiesa. Una rivoluzione fatta di parole spiazzanti e controcorrente che spesso hanno fatto storcere il naso ai cosiddetti "benpensanti" e alle alte sfere ecclesiali, ma che hanno conquistato fedeli e non fedeli di tutto il mondo. E se di rivoluzionario si tratta, chi meglio di don Antonio Mazzi, da sempre "prete contro", può farsi portavoce di questo gesuita "venuto dalla fine del mondo", schierato dalla parte dei diseredati? Così, come ha già fatto ne Le parole di Papa Francesco che stanno cambiando il mondo, don Antonio ha messo uno accanto all'altro i discorsi del pontefice, e ne ha ricavato un nuovo dizionario - dalla A di allattamento alla V di visita a Milano, passando per voci importanti come famiglia, divorzio, figli -per raccontare insieme la visione dell'Uomo e della società d'oggi. Un linguaggio, quello di Francesco, che ha rimesso al centro della vita del cristiano gli esclusi, anche peccatori e non credenti. Come al centro della vita di don Mazzi, paladino degli emarginati, c'è sempre stata la difesa degli ultimi. Discorsi a braccio, dal profondo del cuore, quelli del Papa e quelli di don Mazzi, come due padri che parlano ai figli, due pastori che parlano ai fedeli. Due voci per l'annuncio del Vangelo di Cristo.
Ancora un libro sull'adolescenza!!! E poiché diverso non sarà, allora don Antonio Mazzi fa diverso il titolo. Per lui SPINOCCHIO non è un dispregiativo. SPINOCCHIO sarebbe un po' tutto quello che è stato Pinocchio, però alla rovescia: Bambino, non burattino. Pieno di libri e di zainetti, per cui venderne uno o cento, non fa differenza. A scuola basta il telefonino. Con un papà, o due, e quattro nonni (perché Geppetto è più un nonno che un papà). Con tanti amici, non amici, più lepri che gatti, più oche che volpi. Il paese dei balocchi ha infiniti nomi, pur essendo senza balocchi. Anzi l'Italia è tutta un paese dei balocchi. Tutto questo preambolo perché don Mazzi prende da Pinocchio le amicizie, le avventure, gli sbagli e le caratteristiche; infatti, se la storia di Pinocchio è la storia di un adolescente, ci sta dentro tutto e, per don Antonio, ci dovrebbe star dentro anche un finale positivo, bello: l'ultimo capitolo di SPINOCCHIO dovrebbe coincidere col capitolo dell'incontro con il padre, non nella pancia della balena, ma attorno ad un tavolo, per cenare insieme.
13 marzo 2013. Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, diventa Papa Francesco e da quel giorno il volto della Chiesa è cambiato.
Ma chi è questo Bergoglio diventato Francesco capace di far piangere di gioia alcuni e di rabbia altri che avevano profetato ben altri nomi?
Chi è il Francesco che, sempre secondo qualcuno, si sta dimenticando dei principi fondanti e indispensabili della "vera" chiesa cattolica al punto di essere definito comunista?
Don Antonio Mazzi, sbalordito e affascinanti da questo gesuita-francescano che ama veramente gli ultimi, ha raccolto in questa sorta di dizionario le parole del Papa pronunciate in questi anni di pontificato e e ha commentate a modo suo: diretto e provocatorio.
Parole importanti che, messe una accano all'altra, delineano la visione del mondo di questo Papa che ha deciso di scendere dal piedistallo, dal finestrone gigante, aperto tra cielo e terra. Di essere soprattutto pastore, padre, usando un'arma semplice ma molto efficace: il linguaggio evangelico.
Lo stesso linguaggio di Don Mazzi, da sempre impegnato nella lotta alla tossicodipendenza e nel recupero degli emarginati, in una perfetta sintonia di voci. Tanti argomenti affrontati con la sincerità disarmante che accomuna il Papa della misericordia al prete di strada.
Da un prete controcorrente, pensieri di don Mazzi per una vita migliore. Per riflettere sul senso della famiglia, sul significato dei doni e sul valore della condivisione.
"Mi vergogno per quello che ho scritto, eppure quello che ho scritto è vero, è mio. Ho fatto tanto per tornare a scrivere cose profonde, positive, serene, entusiaste. Invece, sono ancora un vecchio Zaccheo, un pubblicano seduto sui banchi invece che accucciato dietro la colonna del tempio; un Giuda che tradisce quel tanto che basta per baciare senza impiccarsi; un pastore che ha attraversato il mondo in mezzo alle sue pecore. Io non so ancora come sono fatto oppure se sono fatto così male da credere angelico, rustico, paradisiaco, quello che gli altri credono a fatica cristiano o forse addirittura peccaminoso. Per me Dio è fame, è corpo, arriva prima della Parola." Giovanni, nel suo cantico iniziale, dice: "In principio era il Verbo" e non intendeva la parola ma la persona, il Cristo. Eppure dopo secoli, per noi il Verbo è parole, cerimonie, liturgie! Siamo fermi ai principi, ai precetti! Noi dovremmo essere quello che mangiamo, non quello che diciamo! Dio lo mangiamo! Il fratello se lo amiamo, lo mangiamo. Non voglio più essere predicatore, catechista, insegnante, prete. Cerco di essere un poeta. Le mie poesie non sono rivolte alla mente, sono rivolte al corpo. Parole da mangiare: Prendete, mangiate". Stavolta cambio registro. Sono da tempo, vergognosamente pessimista. E non so neanche perché. Tu me lo fai capire in tutti i modi, provo, tento, ma dopo rantolo. Beh! Stavolta ti prego."
Possiamo cambiare questa situazione di crisi politica, economica, morale, che investe soprattutto i giovani e le famiglie? Tre autorevoli personalità in prima linea nella denuncia e nella proposta dicono: “Sì, se cambiamo prima noi”. Cambiare noi è un progetto che coinvolge tre importanti personalità del mondo ecclesiale, unite dalla capacità di rivolgersi anche al pubblico laico grazie all’autorevolezza che viene loro riconosciuta. Ciascun autore firma un saggio che affronta problemi sociali e politici di oggi, in una prospettiva al tempo stesso critica e costruttiva.
«Sarebbe un errore pensare che per uscire dalla crisi bastino contromisure economiche. È certo necessario accorciare le distanze tra il mondo della ricchezza e il mondo sempre
più vasto della povertà, ma la crisi ci chiede altro: ci chiede di ripensare e ricostruire le basi stesse della nostra convivenza ». (Luigi Ciotti)
«Il vero guaio dei nostri giovani siamo noi adulti, che non siamo mai diventati adulti. Tutti i titoli che vergognosamente diamo ai nostri figli andrebbero appiccicati a noi». (Antonio Mazzi)
«È vero che la famiglia, oggi, ha tanti problemi, ma va detto con estrema chiarezza che non è il problema del Paese. Mettendo in atto una rivoluzione copernicana, bisogna cominciare a considerarla come una risorsa, anzi la principale risorsa del Paese». (Antonio Sciortino).
Gli Autori
Luigi Ciotti (1945), sacerdote, è fondatore del Gruppo Abele e di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Antonio Mazzi (1929), sacerdote e pedagogista, è fondatore della comunità Exodus e presidente della Fondazione Exodus, che gestisce ventisei tra comunità e centri. Antonio Sciortino (1954), sacerdote e giornalista, dal 1999 è direttore del settimanale Famiglia cristiana.
«L’amicizia è rimasta per caso nel mondo, nascosta da qualche parte?». È quanto si chiede don Mazzi all’inizio del libro. La risposta, naturalmente, è positiva. Ma don Mazzi vi giunge partendo dalle domande e dalle provocazioni di un bambino di dieci anni – il nipotino Matteo – e commenta: «Dopo i dieci anni la mamma, il papà, la nonna, l’orsacchiotto non bastano. Vuoi amare ed essere amato, conosciuto, stimato, apprezzato da altri, fuori dalla tua famiglia. Dentro di te si aprono dei buchetti, non so come definirli... I fratelli e le sorelle, come i genitori, sono già stati collocati nel posto giusto, quando eri piccolo. Quello degli amici è un buchetto nuovo e, sai cosa ti dico? Si allargherà». L’amicizia, continua don Mazzi, ha a che fare con Dio e l’eternità, è il primo segno del Paradiso. E per spiegarsi meglio ricorre a sette brevi storie (L’ago e la Madonna, La colomba amica, I volti, La gratuità, Sachi, Il tempo degli animali, L’anello d’oro). Il volume è arricchito dalle illustrazioni di Martina Peluso.
Gli autori
Antonio Mazzi è sacerdote, pedagogista e presidente della Fondazione Exodus Onlus. Spesso ospite in qualità di educatore nelle principali trasmissioni televisive, collabora con numerosi giornali e riviste. Tre lauree ad honorem in Pedagogia, Don Mazzi lavora al progetto “Un’idea”, struttura sperimentale alternativa al carcere minorile. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Preghiere di un prete di strada (20042), La tv in mano. Riflessioni in punta di dita (20082, con Giovanni Anversa), Come rovinare un figlio in dieci mosse (201010), Come salvare un figlio dopo averlo rovinato (2010), Di squola, si muore?! (20102) e Il mondo e l’infradito (2011)
Martina Peluso vive e lavora a Napoli. Ha studiato arte della stampa e frequentato corsi di illustrazione a Sarmede scegliendo di dedicarsi all’illustrazione per l’infanzia. Ha partecipato a numerose mostre collettive e, nel 2006, realizza la sua prima mostra personale presso la scuola circense Carampa di Madrid. Nel 2007, nel complesso museale di San Damiano ad Assisi, allestisce una personale dal titolo Il Cantico delle Creature - immagini di un mondo di grazia. Si occupa da sempre di laboratori artistici e collabora con numerose case editrici italiane e straniere.
‘’Esiste, esisteva, esisterà, a questo mondo, uno stranissimo paese chiamato il paese delle coccole’’.
Così inizia il racconto di don Antonio Mazzi che ci descrive un paese di fantasia, gemellato con il paradiso, i cui abitanti vivono senza televisione e senza negozi e supermercati. Ma cosa rende felici gli abitanti? Le coccole, che tutti si scambiano in continuazione; sono le coccole a preservarli dalla noia e dalle malattie e, quando qualcuno muore, vola direttamente in paradiso. Ma la maga del paese, invidiosa perché nessuno la considera, insinua il dubbio che le coccole possano prima o poi esaurirsi. Spaventati, gli abitanti cominciano a risparmiare le coccole, con risultati disastrosi. Ora sono costretti a rivolgersi alla maga per curare la tristezza e i mali che li affliggono. Ben presto le pozioni della maga si rivelano inutili e vengono sostituite dalla televisione, che invade le case del paese rendendo gli abitanti ancora più soli e infelici. Saranno i bambini e un misterioso barbone apparso improvvisamente a salvare la situazione e a riportare la felicità nel paese delle coccole.
Antonio Mazzi è sacerdote, pedagogista e presidente della Fondazione Exodus Onlus. Spesso ospite in qualità di educatore nelle principali trasmissioni televisive, collabora con numerosi giornali e riviste.Tre lauree ad honorem in Pedagogia, Don Mazzi lavora al progetto ‘’Un’idea’’, struttura sperimentale alternativa al carcere minorile. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Preghiere di un prete di strada (20042), La tv in mano. Riflessioni in punta di dita (20082, con Giovanni Anversa), Come rovinare un figlio in dieci mosse (201010), Come salvare un figlio dopo averlo rovinato (2010), Di squola, si muore?! (20102) e Il mondo e l’infradito (2011).
Simona zampa è nata a Milano. Dopo aver conseguito la laurea in economia aziendale all’Università Bocconi,ha lavorato presso banche di investimento americane e la Banca d’Italia. Spinta dalla passione per l’arte e la letteratura, ereditata dalla nonna poetessa, frequenta corsi serali di disegno e, infine, il corso di Modern Art presso Sotheby’s a Londra. Da allora si dedica all’illustrazione. Sposata con cinque figli, vive e lavora in Svizzera. Tra i suoi lavori più recenti la serie di libri de Il signor Krapiz (Francesco Brioschi Editore) e le illustrazioni per il libro di don Antonio Mazzi Le beatitudini del marciapiede (Monti Editore). Per le Edizioni San Paolo ha illustrato Il paese delle coccole, un racconto di don Antonio Mazzi (2013).
Uno sferzante libro-intervista: il pensiero di un prete che trasmette l'amore per la vita con il suo entusiasmo e i suoi progetti.
Essere cristiani connessi. Essere cristiani coraggiosi. Essere cristiani nell'amore e nel tempo. Essere cristiani in famiglia. Essere cristiani a scuola. Essere cristiani felici. Essere cristiani salvati: sette sfide per il mondo d'oggi, sette stimoli per vivere con coraggio e convinzione il nostro essere cristiani alla luce delle parole del Vangelo. Sette graffianti riflessioni-provocazioni del prete più conosciuto e "rivoluzionario" del nostro paese.