Non esiste al mondo luogo più affascinante dell'Artico: ultima frontiera selvaggia e regno estremo della natura e della bellezza. Né esiste al mondo luogo più duro: qui la luce ferisce gli occhi, il gelo spacca la pelle, l'isolamento e la solitudine svuotano l'anima e possono condurre alla pazzia. Gli inuit lo sanno da sempre, e da sempre si conquistano ogni giorno, con caparbietà e con fatica, il diritto a godere del loro impossibile paradiso tra i ghiacci. Ai bianchi che vengono da sud - i qalunaat - guardano con diffidenza, anche se spesso sono le uniche fonti di guadagno. Edie Kiglatuk, cacciatrice e maestra nell'unica scuola elementare, arrotonda il misero stipendio accompagnando i ricchi turisti che vogliono provare il brivido dell'avventura estrema, e con lei c'è Joe, il figliastro. E sono proprio i due a fare da guida a un gruppo di americani che vogliono ritrovare i resti di Sir James Fairfax. Ma dalla spedizione il giovane Joe torna sconvolto, e poco dopo si toglie la vita. A questo gesto disperato e inspiegabile va ad aggiungersi un'altra morte, forse troppo frettolosamente archiviata come incidente: quella di un turista giunto nella zona per una battuta di caccia e ucciso, così sostiene la polizia, da un colpo partito per sbaglio dalla sua stessa arma. In entrambi i casi Edie non crede alla versione ufficiale e comincia a indagare...