Tra gli orrori di cui la storia del Novecento è stata prodiga, pochi sono paragonabili alla condizione dei besprizornye, come venivano chiamati nella Russia postrivoluzionaria gli innumerevoli bambini e ragazzini rimasti orfani in seguito alla guerra, alla guerra civile o alla carestia. Stimati tra i sei e i sette milioni nel 1921, sporchi, vestiti di stracci, vagavano da soli o in gruppi per le città e le campagne in cerca di cibo, spostandosi nel paese aggrappati alle balestre sotto i vagoni dei treni, trovando riparo dal gelo negli scantinati delle stazioni o dentro i cassonetti, spinti dalla fame a un crescendo di aggressività e violenza che arrivava fino al cannibalismo. Né potevano offrire un'alternativa a quella vita gli orfanotrofi pubblici: strutture, in tutto simili ai lager che di lì a poco sarebbero sorti per altri scopi, dove bambini scheletrici giacevano ammassati in condizioni spaventose. E se negli anni Venti il problema viene studiato sul piano sociale, politico, giudiziario, psicologico ed educativo, in seguito saranno imposti il silenzio e la censura da parte di uno Stato che non può certo ammettere un simile sfacelo nel 'paradiso' della società sovietica. Negli ultimi trent'anni il fenomeno è tornato oggetto di analisi e rigorose ricerche storiche. Ma solo Luciano Mecacci è riuscito, grazie a testimonianze dirette e documenti dell'epoca spesso trascurati, a offrirne una ricostruzione completa anche dall'interno, calandosi - e calandoci - nell'abisso psicologico e umano dei protagonisti di vicende che possono sembrare, oggi, semplicemente inverosimili.
Venticinque anni di vita, ventiquattro ristampe, il manuale storico che ha formato generazioni di psicologi in una nuova edizione rivista e aggiornata alle più recenti ricerche in ambito scientifico.
La psicologia non è solo una branca di studio relativamente giovane, ha anche dei tratti sui generis. Per esempio non è una scienza unitaria, che si dispiega nel tempo in modo coerente attorno a un nucleo fondamentale di princìpi teorici, condivisi e accettati unanimemente dalla comunità dei suoi ricercatori. Costituisce piuttosto una famiglia di linee di ricerca, ciascuna delle quali ha propri assunti teorici fondamentali che la caratterizzano rispetto alle altre, proprie metodologie e proprie aree privilegiate di indagine. Possiamo rintracciarne sei fondamentali: la fenomenologica, la psicodinamica, la comportamentista, la cognitivista, la storicoculturale, la biologica o, oggi diremmo, neuroscientifica. Ma non finisce qui: accanto a tale plurivocità teorica e metodologica, rintracciamo un singolare filo rosso che collega personalmente gli esponenti delle varie prospettive e delle diverse teorie. Si tratta delle biografie degli psicologi: personalità complesse, vite inquiete e inquietanti, eventi tragici. Si pensi soltanto alle vicende sentimentali di Franz Brentano, James M. Baldwin, Carl G. Jung e John B. Watson; alle depressioni di William James, Melanie Klein, Jean Piaget, Burrhus F. Skinner; alle sofferenze psichiche e fisiche di moltissimi psicoanalisti e psicologi ebrei a causa delle emigrazioni forzate negli anni ’30; agli ultimi anni di dolore fisico di Sigmund Freud e Lev S. Vygotskij; ai suicidi di Vittorio Benussi, Bruno Bettelheim, Karl Duncker, Stefan Miller, Marta Muchov, Richard Semon e Victor Tausk; alle morti di Vladimir M. Bechterev avvelenato da Stalin, di Wilhelm Reich in un penitenziario statunitense, di Otto Selz nel lager di Auschwitz, di Georges Politzer fucilato dai nazisti, di Sabina Spielrein uccisa dai tedeschi, ed infine di numerosi psicologi russi nei gulag stalinisti. Non sembra che ci sia altra scienza, se non la psicologia, per la cui comprensione occorra richiamarsi così direttamente alla vita, spesso drammatica, dei suoi protagonisti. Il libro è organizzato in sette capitoli: il primo capitolo è dedicato allo sfondo teorico e metodologico della fine dell’Ottocento, dal quale si distaccarono sin dai primi anni del Novecento le varie prospettive psicologiche, trattate negli altri sei capitoli. Ogni prospettiva è delineata nelle sue caratteristiche teoriche e metodologiche principali, nella sua evoluzione storica ed è corredata da schede biografiche di autori e scuole.
"Sono cose che ancora non si possono dire". Questa affermazione di Cesare Luporini, una delle teste pensanti del PCI nel secondo dopoguerra, risale a un'intervista radiofonica sull'"affaire Gentile" rilasciata nel 1989, a quasi cinquant'anni di distanza dai fatti. Bene, chi vive in Italia è abituato a delitti politici preparati, eseguiti e poi coperti in un'atmosfera acquitrinosa, dove nessuno per certo è innocente, ma un colpevole sicuro non esiste. Eppure, l'assassinio di Giovanni Gentile in quel freddo aprile del 1944 rimane un cold case diverso da tutti gli altri - che l'indagine di Luciano Mecacci, condotta anche su documenti inediti, riapre in modo clamoroso. Tutto, in questa ricostruzione, è perturbante. I moventi, molto meno limpidi - o molto più umani - di quanto fin qui si è tentato di far credere. La scena del delitto, cioè la Firenze cupa e claustrofobica occupata dai tedeschi. E naturalmente gli attori. Qualcuno ha discusso, deciso, agito: ma come, fino a che punto, perché? Le figure che appaiono sul palcoscenico sono numerose, e molto diverse fra loro. Oscuri gappisti. Feroci poliziotti. Informatori. Doppiogiochisti. E al centro di tutto, il meglio dell'intellighenzia italiana di allora: Luporini, certo, ma anche Eugenio Garin, Antonio Banfi, Mario Manlio Rossi, Guido Calogero, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Concetto Marchesi.
"Il Dizionario delle Scienze psicologiche" è un'opera di consultazione che risponde in modo efficace alla crescente complessità e varietà della ricerca e della professione nel campo delle scienze psicologiche. L'ampia terminologia illustrata nel volume, caratterizzata da un notevole arricchimento rispetto al tradizionale lessico filosofico-psicologico, riflette l'attuale impostazione multidisciplinare della psicologia, sotto l'influenza in particolare delle neuroscienze. Per i lemmi presenti nella letteratura e nella ricerca psicologica in tutte le sue ramificazioni, oltre alla loro traduzione inglese, è offerta una trattazione concisa, priva di interpretazioni personali, rilievi critici o specifici modelli teorici. Sono registrate numerose voci biografiche di studiosi noti e meno noti, anche queste sintetiche, ma sufficienti per un primo orientamento. Il volume è corredato da un'appendice con glossari in lingua inglese, francese, russa, spagnola e tedesca. 1456 pagine, oltre 18.000 voci, 65 rappresentazione grafiche di illusioni ottiche.
In breve
Storia e metodi della psicologia, rapporto tra cervello e comportamento, cosa sono e come si curano i disturbi psichici e comportamentali: una guida completa e articolata alla conoscenza della psicologia moderna, nella sua duplice, ma complementare, ramificazione in scienza dei processi cognitivi e scienza dei processi dinamici. Questa nuova edizione tiene conto dei più recenti sviluppi della ricerca psicologica in un’ottica interdisciplinare e offre un panorama articolato degli studi attuali. L’indice degli argomenti è stato arricchito dalla traduzione inglese di ciascun termine, così da facilitare la ricerca bibliografica nelle banche dati internazionali.
Indice
Avvertenza - I. Definizione di psicologia - II. Storia e metodi della psicologia - III. Il cervello e il comportamento - IV. I processi cognitivi - V. I processi dinamici - VI. I disturbi del comportamento e della mente - Bibliografia - Indice dei nomi - Indice degli argomenti
Andy Warhol (1928-1987) è una delle figure più significative dell'arte e della cultura del Novecento. A partire dagli anni Sessanta è stato tra i maggiori interpreti di una nuova visione del mondo e della vita, una visione estetica che è stata denominata pop. Ma, a differenza di altri protagonisti della Pop Art, l'opera di Warhol ha espresso una straordinaria capacità di penetrare nei tessuti della comunicazione contemporanea attraverso svariate modalità operative, creando un'inedita rete multimediale. Analizzando i vari linguaggi artistici utilizzati da Warhol (in particolare la pittura e il cinema) e le riflessioni disseminate nei suoi scritti e nelle interviste, questa introduzione tratteggia un profilo che evidenzia la singolarità della proposta estetica di Warhol, che sconfina continuamente nella cultura dei mass-media e del costume. Dai feticci industriali all'indagine sul divismo hollywoodiano, dal tema della morte al travestitismo, dal cinema underground all'arte commerciale, l'estetica warholiana rivela una continua sovrapposizione mimetica con la sua fonte iconica principale, l'America, metafora assoluta di una contemporaneità ridotta a superficie.
La psicoanalisi ha proposto una nuova forma di conoscenza e terapia dell'anima umana. Ma proprio a causa dello stretto rapporto dottore-paziente, gli psicoanalisti hanno dovuto stabilire progressivamente regole e principi nel loro rapporto con i pazienti. Primo fra tutti il non lasciarsi coinvolgere emotivamente dal paziente durante l'analisi. In realtà non è stato sempre così. Questo libro vuole offrire una serie di esempi di "disastri della psicoanalisi", adottando una prospettiva storica basata sulle biografie dei fondatori della psicoanalisi.