Il libro raccoglie gran parte degli scritti di Pier Vincenzo Mengaldo su Vittorio Sereni a cent'anni esatti dalla nascita del grande poeta e scrittore italiano del Novecento. Questi scritti si stendono nell'arco temporale di circa un quarantennio e vertono su alcuni dei nodi centrali della poesia di Sereni, senza tralasciare un'analisi della figura e dell'attività del poeta e un toccante ricordo all'indomani della sua morte avvenuta nel febbraio del 1983.
Appassionato studioso di poesia italiana, Mengaldo torna a cimentarsi con Leopardi, poeta prediletto, anzi, come lui stesso scrive, "il maggiore, e di gran lunga, lirico italiano dell'età moderna". Avvalendosi di raffinate conoscenze di linguistica e stilistica, l'autore tocca alcuni aspetti complessivi della poetica leopardiana (uno fra tutti: il carattere "antiromantico" del suo percorso), le costanti della lingua e della metrica dei "Canti" (l'abbondanza, per esempio, di rime baciate), infine la natura profonda di tre testi fra i più significativi della raccolta: "La sera del dì di festa", "A Silvia" e "La quiete dopo la tempesta". Ne risulta un'indagine in cui ciascun dato testuale e formale rimanda costantemente ad altro: un pensiero fermo e originalissimo che pervade ogni singola lirica del poeta di Recanati.
Il volume presenta la parte maggiore e più significativa dei Canti di Leopardi, ognuno corredato, oltre che di note esplicative, di una scheda descrittiva e interpretativa anche molto ampia. In questa non mancano mai da un lato un'analisi degli aspetti stilistici del testo (metrica, retorica, scelte lessicali), dall'altro l'indicazione di quanto connette il testo singolo alla totalità dell'opera leopardiana. Ma scopo finale di queste schede è sempre quello di suggerire il significato, e non solo la fulminante bellezza, delle poesie del più grande lirico italiano.
Il volume comprende una serie di analisi o letture di brani eccellenti di prosa italiana, anche in latino e in dialetto, da Salimbene da Parma alla "Tregua" di Primo Levi. Il metodo principale di indagine è quello della critica stilistica, arricchito in particolare, data la natura dei brani esaminati, da strumenti che attingono alla narratologia, alla teoria dell'argomentazione e all'analisi del discorso: il tutto sempre in funzione dell'interpretazione del significato e del valore del testo. Nella scelta dei brani è dato un posto particolarmente importante, accanto alle opere narrative, a quelle di carattere concettuale e saggistico (scienza, filosofia, critica), che per molti aspetti costituiscono la maggior ricchezza della prosa italiana, almeno nell'età moderna.