"Alla storia di quella tragedia della caccia alle streghe che sconvolse l'Europa protomoderna reca ora un interessante contributo Grado Giovanni Merlo, uno dei più importanti e intelligenti tra i nostri storici del francescanesimo e delle eresie" (Franco Cardini).
Dall'Archivio storico del comune di Rifreddo, nel cuneese, sono emersi atti giudiziari a carico di alcune donne del luogo, che alla fine del 1495 furono inquisite e condannate per stregoneria. Denunciate all'inquisitore, imprigionate e torturate, le masche (streghe) confessarono sabba notturni, amplessi demoniaci, profanazioni di croci e ostie, banchetti di carne di bambino, malefici e violenze. Che cosa c'era dietro quelle confessioni implausibili? Di che cosa parlavano veramente? Una possibile realtà, meno fantasiosa, sembra trasparire da alcuni indizi: una storia di furto d'erba e di botte in convento, una morte che innesca la maldicenza. Ma alla fine del Quattrocento la "favola horror" delle streghe e dei demoni era già nata, era già un paradigma esplicativo per fatti oscuri o minacciosi. Per le povere "masche" di Rifreddo la via per il rogo era obbligata.
Grado Giovanni Merlo insegna Storia del Cristianesimo e delle Chiese nella Facoltà di Lettere dell'Università di Milano. Con il Mulino ha pubblicato anche "Eretici ed eresie medievali" (1989), "Contro gli eretici" (1996), "Inquisitori e Inquisizione del Medioevo" (2008).
"Filosofo più aristotelico che cristiano", il medico Marsilio da Padova (1275 ca.-1343) ci aspetta all'incrocio tra la via che porta a Gerusalemme e la via che porta ad Atene, e il suo nome, ora benedetto e ora maledetto, suona in quel punto di incontro "originario", dove si produce il pensiero della politica, dove il mutamento immagina la propria grammatica. In un affascinante intreccio di teologia, filosofia e politica, la sua riflessione attraversa le figure della legge, della giustizia e del diritto, ridisegna in forme sorprendenti l'orizzonte della pace e della guerra, facendone principio di identità della comunità politica, e avanza in tutta la sua potenza il problema del governo, della moltitudine, della democrazia.