Quale legame esiste tra politica e crisi ecologica? Può esserci continuità nell'era dell'Antropocene con la democrazia moderna? Può la stessa adattarsi o trasformarsi in base alle esigenze delle future generazioni e dell'intera biosfera? Il racconto della crisi ecologica in chiave multidisciplinare attraverso la lente della eco-democrazia potrebbe costituire al contempo un metodo e un cambiamento radicale di visione. Natura e storia, teoria e prassi, diritto e filosofia dell'ambiente si intrecciano nel tentativo di revisionare la tradizionale idea di sviluppo sostenibile, forgiata in base al paradigma della crescita, a favore di una differente narrazione del benessere individuale e collettivo, ma nel rispetto dei confini planetari. Da tale tentativo si manifestano nuove forme e spazi di democrazia riflessiva, partecipativa e radicale, non riducibili a una mera governance internazionale di sistema, oltre il territorio locale e i confini nazionali. Così che si possa agire cooperando per una alternativa forma di vita entro un mondo comune ed evitare la catastrofe.
Perché un libro intitolato "Al di qua del bene e del male"? Perché nella mia vita ho maturato la convinzione che la nostra esistenza è stata programmata dall'Altissimo non per farci pagare debiti accumulati da altri, né per farci crocifiggere dai malvagi e dai prepotenti, ma per imparare a risorgere qui ed ora e a rialzarci sempre e dovunque. Inoltre, ad aprire gli occhi quotidianamente e gioiosamente alla vita con l'impegno a non smentire il reale, a non chiamare bene il male e viceversa, e soprattutto a non agire in nome del proprio tornaconto, ma, piuttosto, in nome dei principi etici. Perché la vera trasformazione può avvenire solo se le nostre esistenze si aprono all'inedito, se nelle nostre menti inizia il cammino della conversione personale e se nelle nostre parole, finalmente, torna a rifiorire la speranza. E questo può avvenire solo se ci innamoriamo dell'etica.
Sono prete da quarant'anni, ma, fin dagli anni del seminario, ho sempre vissuto l'ansia della credibilità. Non mi fanno problema gli errori, gli sbagli, i peccati. Del resto: chi di noi è senza peccato? Però, ha sempre costituito per me un ostacolo insormontabile tutto ciò che sa di fariseismo, di doppiezza e di moralismo. Si dice una cosa e se ne fa tranquillamente un'altra; si predica con convinzione una verità che non tocca minimamente la propria vita concreta, né il portafoglio, né la modalità di relazionarsi con gli altri. Ci si proclama onesti senza sentire il dovere di confrontarsi con le norme che regolano il bene comune, ci si dice buoni continuando a coltivare pettegolezzi, maldicenze e calunnie. Ci si definisce religiosi, ma non si è mai letto il Vangelo con un cuore intelligente e appassionato. Il modo migliore per essere credibili è imitare il Gesù uomo, facendo diventare carne ogni sua parola, spirito ogni suo sogno, certezza ogni sua speranza. Dobbiamo paragonarci a lui, confrontarci con il suo esempio, ripercorrere i suoi sentieri, conoscerlo a fondo perché lui, come uomo, è "luce, verità e vita".
"Nella vita ho sempre sognato di essere uno tra i tanti testimoni di Gesù, ben consapevole della mia inadeguatezza, ma anche certo che solo attraverso la conoscenza dei Vangeli mi sarebbe stato possibile intravedere i suoi sogni, quelli inconsci e quelli palesi, penetrare nella sua logica e nel suo modo di intrattenersi con il Padre, condividere la sua passione per gli ultimi della società, armarmi del suo coraggio per allontanare da me ciò che è farisaico e formale". È l'ottica con cui è scritto questo libro di commento al vangelo di Luca: sia per offrire l'occasione di leggerlo totalmente, almeno una volta all'anno, e così riscoprire nuovamente frasi che scuotono e turbano, incalzano e stimolano; sia per legare questi brani alla vita quotidiana e alla storia passata e presente, mostrando così il cammino che ci resta da fare per realizzare il progetto di Gesù.
Enneagramma è una teoria della personalità sana", che offre alle persone "normali" la possibilità di effettuare un cammino di conoscenza di se stessi e degli altri. "
Il libro è dedicato all'unico evento certo della nostra vita, per sapersi preparare ad esso ed imparare a stare vicino a che è prossimo alla morte.
«Suo Padre uscì a supplicarlo» (Lc 15,38), citazione tratta dalla parabola evangelica del figlio prodigo, dà il titolo a questo libro perché esplicita l’intento degli Autori: dire ai “fratelli maggiori”, che si considerano buoni e giudiziosi, di lasciar andare l’alterigia e la prosopopea da primi della classe e di accogliere le suppliche di questo Genitore che sogna che i nostri cuori emigrino definitivamente verso le acque calde della compassione e dell’accoglienza.
Sergio Messina è un assistente religioso ospedaliero di Torino. Da oltre vent’anni è presidente dell’associazione «L’Accoglienza», che segue a domicilio i malati terminali e che ha in programma, per il 2008, l’apertura e la gestione di un hospice che è in fase di realizzazione nel comune di Caselle Torinese. Don Messina tiene inoltre corsi e dibattiti sul tema «Vivere il morire», suscitando ovunque interesse e coinvolgimento. Presso la nostra casa editrice ha già pubblicato Vivere il morire, Senza rancori, rimpianti e rimorsi. Riflessioni per «vivere il morire» e, con Pierfortunato Raimondo, Abbiate sale in voi stessi. Commento al Vangelo dell’anno B; Avvenga secondo la vostra fede. Commento al Vangelo dell’anno A
Pierfortunato Raimondo, ex bancario, è insegnante di religione in una scuola secondaria della provincia di Torino. Si è occupato di animazione, formazione degli educatori e politiche giovanili a livello ecclesiale, associazionistico e comunale.