Nonostante la necessaria parzialità e arbitrarietà di una scelta – l’edizione originale di Letteratura moderna e Cristianesimo si compone di cinque volumi – i profili degli autori presentati in questo libro offrono una testimonianza significativa del metodo di lettura di Moeller, che è basato su due fattori fondamentali. Da una parte riferirsi all’opera di un autore come a una cosa sempre viva, dall’altra la volontà di non separare mai l’uomo e le sue opere dalla realtà della vita stessa. Da questo approccio nasce una straordinaria capacità di conversazione. Moeller, infatti, non parla di Kafka, Camus, Sartre e Péguy: conversa con loro. Fornisce le proprie ragioni, ma anche le chiede. E lo scrittore, non sempre di buon grado, risponde a sua volta. Ciò spiega il fulcro intorno al quale ruotano le indagini dell’autore e la meta finale dei suoi percorsi: non gli aspetti stilistici o estetici, e neanche i punti di rottura o le discontinuità, il pensiero sociale o politico o la visione del mondo. Ciò che Moeller cerca in ogni scrittore è semplicemente la libertà.
In quest'opera, cui si riconoscono caratteristiche di un "classico" del pensiero cristiano, Charles Moeller, studioso di letteratura in quanto rivelatrice di un mondo di idee e di spiritualità, ha delineato gli incontri e le divergenze tra la "novità" del messaggio evangelico e l'umanesimo greco-latino nelle sue più alte espressioni. Sono qui affrontati alcuni grandi nodi problematici: il male in Omero e nei tragici greci, il peccato in Shakespeare, Racine e Dostojewski, la sofferenza, negli stessi ambiti e autori, la morte in Omero, Platone, Cicerone e Virgilio, e il Paradiso in Dante.