Quando sono i padri e le madri a seppellire i figli, c'è qualcosa che non va, quell'addio fa più male. Il 19 marzo del '94, quando uccisero Peppe Diana giovane prete, la separazione fu dolorosa. Un padre e una madre, insieme a tante persone, accompagnarono al cimitero la bara del proprio figlio ancora nel pieno della vita. La morte taglia tutti i rapporti? Gli affetti, l'amicizia? Dell'altro, resta solo il ricordo? E nel ricordo non resta forse anche qualcosa di ciò che è stato? Solo nostalgia del passato? O anche del futuro ... delle tante cose che più non saranno! Ciò che avete da lui ricevuto, ora in suo nome donate! «Penso che avresti fatto volentieri a meno della medaglia del Presidente, come di tutte le altre onorificenze che verranno, tu che tanto amavi la vita. Un giorno, forse, la chiesa santificherà il tuo martirio. Sarà abbastanza per la vita che ti è stata tolta? Per le parole che non hai potuto dire ai tuoi fedeli, agli amici? Per le parole che non ci siamo più detti?»
Le Confessioni di Agostino, pagine gocciolanti lacrime, sue e della madre Monica, ripercorse in maniera lieve e delicata alla ricerca di motivazioni non solo psicologiche di queste parole del silenzio. Che cosa rivelano o nascondono le lacrime di Agostino? L'impossibilità del pensiero a diventare parola? I suoi amori giovanili, l'uragano della pubertà? L'abbandono e rinuncia alla donna che gli ha dato la gioia della paternità? Una fragilità emotiva incombente? Un rapporto malato tra madre e figlio? Pagine appassionanti ed emotivamente cariche.