Le riflessioni pedagogiche sul futuro dei giovani oscillano tra visioni pessimistiche e buoni propositi, tra la problematicità di un'età giovanile dilatata nel tempo e l'aspirazione verso un progetto di vita assunto troppo debolmente per poter incidere sui processi di cambiamento che, faticosamente, le nuove generazioni cercano di mettere in atto. Vissuti di fragilità e senso della crisi accompagnano l'educazione in una società identificata con la scelta continua delle possibilità. A fronte di un tale scenario, si profila l'esigenza di fare il punto sul rapporto tra educazione, potenzialità educabili, desideri delle persone e formazione dell'identità, per chiedersi ancora una volta: cosa significa realizzare se stessi? Cosa vuol dire realizzarsi in uno scenario di vita "abitato" da continui cambiamenti? Il tentativo di fornire alcune ipotesi di risposta a tali domande costituisce la sfida interna al presente volume, che indaga l'educazione senza perdere di vista l'attenzione per quel punto di avvio rappresentato dalle potenzialità delle singole persone in vista di una loro autentica realizzazione.
Mentre educhiamo conosciamo persone, viviamo incontri, facciamo esperienza: l'educazione ci domanda nuovi sguardi per rispondere ai cambiamenti senza snaturarne il senso. Pur tra le crisi e i cambiamenti che attraversa il nostro tempo, un'esigenza sembra restare immutata: l'educazione 'lavora' nel profondo e ad essa si accompagna un significato di emancipazione che sottrae la persona alla superficialità e all'indifferenza. In questo volume, Marisa Musaio propone una rilettura pedagogica dell'umano come esito della rielaborazione che ognuno viene compiendo intorno a sé e intorno alla ricerca di un significato dell'educare. Di contro al rischio per la pedagogia di diluirsi nelle tante pedagogie inclini a indagare sempre più minuziosi e dettagliati ambiti di studio, pensare l'educazione in relazione stretta con l'umano significa recuperare l'interazione tra vita, nascita, compimento di sé e autoriflessione; significa pensare ed educare se stessi, per essere in grado di educare gli altri. Ravvalorare il legame con l'uomo induce a valorizzare le potenzialità presenti in ciascuno, affinché alimentino l'esercizio di un'arte di educare e di educarsi intesa come arte di vivere. L'affinità con l'attività artistica e poetica, lungi dal consegnare l'educazione ad un'attività distante dalla realtà, motiva similitudini creative, etiche e spirituali che restituiscono l'attenzione per il saper vedere dentro ogni persona, sentire, provare meraviglia verso la bellezza dell'umanità, prendersi cura di sé...
Una rinnovata esigenza di educare e di educarsi sembra interessare la condizione dell'uomo contemporaneo sempre più avvitato su se stesso, dominato dall'esteriorità e da vissuti come la solitudine e il senso di disgregazione personale. Tali vissuti interrogano la pedagogia e la incalzano a fare chiarezza sulle condizioni di partenza per ?ritornare' a educare la persona non astrattamente intesa né richiamata in maniera vuota, ma da rintracciare nelle sue potenzialità educabili. Ma qual è il punto di avvio dell'educazione? Quale la pre-condizione? E che cosa occorre riconoscere per addentrarsi in quel viaggio che dalle potenzialità di ognuno conduce attraverso la relazione educativa verso l'umanizzazione della persona? Marisa Musaio propone un'interpretazione dell'educabilità come tratto antropologico e esistenziale proprio della persona da accostare all'interno di un esperire interiore, mettendosi in ascolto di se stessi e della propria interiorità. Educare all'interiorità si profila così come uno dei principali percorsi educativi che genitori, insegnanti ed educatori sono chiamati a riscoprire e a riproporre con rinnovato spirito educativo.