"Il teatro è la cessazione del segreto, se il segreto è quello dell'essere in sé o quello di un'anima ritratta in un'intimità. È l'in se stesso o l'intimità che come tale esce e si espone. È il "mondo come teatro" così come lo conosciamo fin da Calderon e da Shakespeare, ma così come in effetti tutta la nostra tradizione - almeno fin dalla caverna platonica - l'ha rimuginato, quel "mondo come teatro" in quanto verità, proprio come e proprio perché il corpo si rivela la verità dell'anima: verità che si spinge anch'essa sulla scena o più precisamente verità che fa scena." (Jean-Luc Nancy)
"Più di tutto, io cerco un silenzio interiore. Cerco di tradurre la personalità e non una sua sola espressione". Henri Cartier-Bresson (1908-2004) è stato il più grande e innovativo "realizzatore di immagini" del ventesimo secolo. La sua fotografia ha fatto scuola e i suoi ritratti sono una parte dell'inestimabile patrimonio che ci ha lasciato. Per oltre cinquantacinque anni ha ritratto le personalità importanti del suo tempo, ma anche gente comune e anonimi passanti, scelti per uno sguardo inusuale, per volto interessante. I ritratti di questo libro, discreti, realizzati senza alcun artificio, confermano una volta di più lo speciale talento di Cartier-Bresson che istintivamente sapeva far scattare l'otturatore della sua macchina fotografica in una precisa frazione di secondo rivelatore.