La storia cromatica è la narrazione, costruita secondo la libera forma del saggio-racconto, delle vicende di personalità e di aspetti della musica antica e medioevale rivisitate attraverso il nesso, tanto problematico quanto realistico, di armonia e di metafisica, cioè nella prospettiva che il mondo moderno, nella sua temperie laicistica e specialistica, considera affatto perenta. I valori espressi dal pensiero musicale e filosofico della civilitas classico-cristiana rappresentano invece un riferimento imprescindibile non soltanto per l'Occidente, ma per l'humanitas d'ogni epoca e luogo.
L'espressione "filosofia del sospetto" non indica un indirizzo formale o istituzionale del pensiero contemporaneo, ma un atteggiamento o un'interpretazione largamente dominanti nella riflessione otto-novecentesca consistenti nell'affermare la vittoria definitiva della grande suggestione, ossia dell'illusione tutta moderna, materialistica, nichilistica e psicoanalitica, della fine o dell'oltrepassamento senza ritorno della metafisica dell'essere e dell'oggettività. La sua storia antiquaria ne illustra alcuni nuclei teoretici essenziali porgendoli nella loro realtà di datati reperti museali.