Il volume propone una formalizzazione metodologicamente rigorosa della nozione teologica di comunione volta a renderla il fondamento unitario dell'ecclesiologia. Riprendendo la proposta di J.-M.R. Tillard, tale nozione non è fatta derivare immediatamente dal mistero trinitario, ma dalla vocazione creaturale alla relazionalità degli umani, e quindi ampiamente reinterpretata nel quadro della visione processuale di AN. Whitehead integrata dall'approccio analitico di K. W. Hector. La proposta analitico-processuale che ne deriva viene poi declinata come ecclesiologia pubblica, cioè come un modo di comprendere e dire l'identità ecclesiale che è pienamente legittimato anche nelle odierne società post-cristiane post-metafisiche.
Le comunità cristiane, in nome della loro comprensione della fede, possono suggerire cambiamenti alla dottrina cattolica ufficiale su questioni non insegnate in modo definitivo dal magistero? I pastori, da parte loro, possono decidere di accogliere tali richieste? Come interpretare sul piano teologico la legittimità di possibili evoluzioni dottrinali che hanno tratti di discontinuità? Questo volume nasce da una domanda di natura specialistica che ha enormi ricadute sul piano pastorale. Si tratta della questione dello sviluppo della dottrina della fede, cioè di quelle verità che la Chiesa cattolica e le altre Chiese insegnano ai loro membri come parte integrante dell’esperienza cristiana. Da un lato – sostiene l’autore – è del tutto legittima la possibilità di uno sviluppo anche relativamente discontinuo della dottrina della fede, ovviamente per le sole verità che non sono state insegnate in modo definitivo dal magistero. Dall'altro, non è possibile motivare adeguatamente tale possibilità se non ripensando complessivamente le categorie concettuali, cioè filosofiche, su cui si è costruita la teologia cristiana a partire dall'antichità. Più precisamente, si tratta di utilizzare una nuova metafisica, nella quale il cambiamento non sia un fatto accidentale o problematico, quanto piuttosto la ragion d'essere della realtà.
La riscoperta della centralità dell’evangelizzazione per l’identità della Chiesa che è avvenuta nel post-concilio ha dato vita a numerosi tentativi di ripensare il modo con cui comunicare la fede a chi non crede o a chi vive l’esperienza cristiana in modo frammentario. In realtà, la storia dei fondamenti teologici dell’annuncio evangelico, di cui questo volume offre una lettura sintetica, mostra che la qualità e l’efficacia della missione ecclesiale dipendono anzitutto dal fatto che il popolo di Dio, sotto la guida del magistero che ne è parte integrante, sia disponibile a reinterpretare continuamente contenuto dottrinale della fede, ponendolo in correlazione con le istanze dell’esistenza umana individuale e collettiva. L’evangelizzazione, insomma, risulta essere primariamente un’attività ermeneutica.
Strumento indispensabile per gli studenti che svolgono studi teologici, questo volume si propone di colmare l'assenza di una metodologia aggiornata che tenga conto delle nuove tecnologie per la ricerca delle fonti, l'archiviazione, la scrittura del testo e dell'apparato critico. Il testo si sofferma sulla progettazione e la stesura della tesi, sul carattere creativo della ricerca teologica, sugli strumenti, le fonti, la bibliografia, la schedatura e le note.
Uno degli aspetti che caratterizza il volto della Chiesa postconciliare è la crescente e vivace presenza di numerose associazioni, movimenti, gruppi e nuove comunità di vita consacrata. Da un lato esse arricchiscono grandemente il panorama ecclesiale, dall'altro costituiscono spesso motivo di preoccupazione per il loro modo di porsi nella Chiesa e nella società. Lo studio si muove nella convinzione che, per valorizzare tali realtà ecclesiali e per operare un saggio discernimento del loro effettivo carattere evangelico, sia necessario un approfondimento teologico sul tema dei carismi. Per questa ragione viene offerto un percorso biblico e storico in cui sono prese in esame alcune tappe fondamentali, nelle quali la Chiesa ha maturato una migliore comprensione del carisma e dei criteri per stabilirne l'autenticità. Tale percorso si conclude con una riflessione di sintesi, che vorrebbe favorire un ulteriore dibattito teologico sul tema.
Sommario
Abbreviazioni. Introduzione. I. I CARISMI DEL NUOVO TESTAMENTO. 1. Il tema dei carismi in 1Cor 12−14. 2. L'identità del carisma nella visione paolina. 3. L'apporto della visione paolina al discernimento dei carismi. II. I CARISMI NELL'ETÀ PATRISTICA. 1. Il montanismo. 2. L'identità del carisma nella questione montanista. 3. L'apporto della questione montanista al discernimento dei carismi. III. I CARISMI NEL PERIODO MEDIEVALE. 1. La Summa theologiae di Alessandro di Hales e s. Bonaventura. 2. S. Tommaso. 3. L'identità del carisma nella teologia medievale. 4. L'apporto della teologia medievale al discernimento dei carismi. IV. I CARISMI NEL CONCILIO VATICANO II. 1. I testi conciliari più significativi: LG 12 e AA 3. 2. L'identità del carisma nel Vaticano II. 3. L'apporto del Vaticano II al discernimento dei carismi. V. I CARISMI NEL MAGISTERO POSTCONCILIARE. 1. I testi magisteriali postconciliari più significativi. 2. L'identità del carisma nel magistero postconciliare. 3. L'apporto del magistero postconciliare al discernimento dei carismi. VI. I CARISMI: IDENTITÀ E DISCERNIMENTO. 1. Un'ipotesi teologica. 2. Questioni specifiche. CONCLUSIONE.
Autore
MASSIMO NARDELLO, presbitero della diocesi di Modena-Nonantola, ha conseguito il dottorato in teologia sistematica presso la Pontificia Università Gregoriana. Insegna presso l'ISSR di Modena e lo Studio teologico interdiocesano di Reggio Emilia; è docente incaricato annuale presso la Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna in Bologna. Ha pubblicato diversi articoli su riviste teologiche, in particolare nel campo dell'ecclesiologia. Fa parte del comitato promotore del sito www.vivailconcilio.it ed è membro del consiglio di presidenza dell'Associazione Teologica Italiana (ATI).