Il musulmano errante racconta riti e credenze degli alauiti ripercorrendo una storia di oltre mille anni fino alla tragedia della guerra civile siriana e all'assedio di Aleppo. È una vicenda in gran parte sconosciuta e segreta perché i seguaci di questo ramo esoterico dell'islam sono stati a lungo considerati dei miscredenti dagli altri musulmani e hanno vissuto nascosti e ai margini del Medio Oriente fino all'ascesa al potere nel secolo scorso del clan degli al-Assad in Siria. È anche la storia perduta e ritrovata di Soleyman Effendi, l'iniziato alauita che nell'Ottocento rivelò i loro segreti, del percorso spirituale e umano di un musulmano errante che sconvolge tutte le credenze religiose della sua epoca, dall'islam al cristianesimo all'ebraismo. L'autore incrocia la lettura di testi antichi e ignorati, i racconti e i frammenti di una storia sotterranea, volutamente occultata ma di bruciante attualità, grazie a oltre trent'anni di ricerche e incontri sul campo mentre esplodevano i conflitti e le battaglie mediorientali, in un viaggio tra Siria, Iran, Iraq, Afghanistan, Libano, Palestina, Kurdistan, Turchia, Egitto, Nordafrica, che forse è ancora destinato a continuare.
"La rivoluzione farà molto di più che liberare dall'oppressione e dall'imperialismo: creerà un nuovo tipo di essere umano." Era il 1979 quando Khomeini pronunciò queste parole. Il suo ritorno a Teheran dopo l'esilio fu salutato da quattro milioni di persone, pronte a travolgere la monarchia e instaurare una Repubblica islamica. In nome dell'islam la società iraniana si sarebbe liberata dall'ingiustizia, dalla povertà, dalla corruzione. Ma era sempre in nome dell'islam che un uomo solo, dopo lo shah, continuava a decidere le sorti del Paese. Dieci anni dopo, nel giugno 1989, l'Iran era reduce da una devastante guerra contro l'Iraq e da sanguinose lotte interne quando il funerale di Khomeini venne celebrato in un'atmosfera di esaltazione mistica. Oggi Ahmadinejad, il presidente-pasdaran, ha invocato una "seconda rivoluzione", puntando sui programmi nucleari, su un populismo millenarista e sull'avanzata dello sciismo in Medioriente. Qual è il segreto della solidità della Repubblica islamica, che con tutte le sue ombre continua a guidare una società vivace e complessa? In questo libro Alberto Negri ripercorre la storia dell'Iran per rintracciare le origini della rivoluzione, esplorandone i luoghi, interrogandone i protagonisti, rivelando il ruolo del petrolio e "le colpe" dell'Occidente, e districando la rete di alleanze fra le forze economiche e religiose del Paese che da trent'anni vanifica ogni speranza di riforme nella "Repubblica degli ayatollah".