La riflessione sviluppata in questo libro si propone di re-immaginare il senso della fede come partecipazione alla continua azione creatrice e amante di Dio nel magma drammatico del tempo in cui siamo immersi. La prima parte, Verso una spiritualità dell'incompiutezza, è un'esplorazione delle molteplici forme di incompiutezza che caratterizzano il dispiegarsi della vita cosmica, terrestre, e umana. La seconda parte, grazie a Dio per l'evoluzione, si mette in dialogo con la straordinaria avventura scientifica che ha dilatato enormemente la coscienza del tempo profondo dell'universo da cui siamo emersi e del quale portiamo traccia nelle fibre dei nostri corpi.
Le nostri seti, le nostre sorgenti, sillaba l'alfabeto, elementare e complesso, delle nostre seti, passioni e desideri, del nostro essere di bisogno e di eccedenza. Il nostro corpo è un'orografia di seti molteplici, da quella fisiologica, più immediata e imperiosa, a quelle comunicative e culturali, affettive e cognitive, estetiche e politiche, religiose e tecnologiche... fino a quella più sottile e inogettivabile, dell'amore, che tutte le pervade, e le anima segretamente. Il flusso di discorsi che compongono questo libro nomina alcune di queste sorgive e di queste seti, intrecciando il lieto annuncio del vangelo con gli aneliti dei nostri corpi e del corpo del mondo.
Nulla può essere conservato se non nella trasformazione. Ogni giorno ci è chiesto di rimettere in gioco tutto. L'umano è un cantiere aperto e inconcluso. In tutti gli ambiti della attività umana assistiamo a un mutamento profondo, al passaggio da un tipo di umanità ad un altro, ad una transumanza. In un panorama di mutazioni epocali, scientifiche e antropologiche, è ancora rinvenibile lo Spirito e dove? Il cammino percorso da Ivan Nicoletto evidenzia tre dinamiche di un processo transumante: la prima in cui coglie le situazioni in cui affiorano i nuovi modi di vedere e di sentire in campo cognitivo, sociale, emotivo; la seconda in cui sente l'affiorare di una nuova percezione della vita che connette i diversi aspetti della realtà: umano, caosmico (caos e cosmo) e divino; la terza in cui esamina le modalità di stare al mondo che le fratture della modernità rendono disponibili.
Il Dio della vita si mette in cammino per i molti sentieri della storia e dei tempi: non per esservi posseduto stabilmente, ma come un nascente che coglie sempre di sorpresa. Egli sorge quale desiderio, rinvio, attesa, evento toccante, viaggio, scoperta, fedeltà, immagine di un domani al di là dell’immediato.
La domanda evangelica “Quando ti abbiamo visto?” rimanda a una realtà abitata da mille presenze e assenze; rende sensibili agli innumerevoli passaggi di Dio nei paesaggi dell’anima, negli arcipelaghi delle emozioni, nei voli e nei naufragi della mente, nelle vicende drammatiche e liete dei nostri giorni...
Nell’incontro tensionale tra l’umano andare e il divino venire l’autore ricerca alcune tracce e alcune voci – un poeta, un artista, un Dio orientale, una scrittrice – in cui coglie che Avvento è il nome di Dio. Tracce e voci diventano invito a un atteggiamento di accoglienza verso Dio che passa.
Note sull'autore
Ivan Nicoletto (Vo’ Euganeo [PD] 1958), monaco all'Eremo di Camaldoli, si è laureato in filosofia all'Università di Padova e si è licenziato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Accanto ai servizi che svolge nella propria comunità, si interessa principalmente dell'intreccio fra fede, pensiero ed espressione artistica.