Il valore del pensiero di uno storico consiste nella pertinenza nel tempo delle categorie con le quali ha strutturato le proprie ricerche, categorie che trascendono le polemiche ideologiche e si affermano come strumenti essenziali - idealtipi - per interpretare un'epoca. Nelle due lezioni qui raccolte, lo storico tedesco Ernst Nolte ; presenta due chiavi di lettura storiografica essenziali per capire quel che accadde nella prima metà del Novecento nell'Europa segnata dal conflitto tra il totalitarismo nazista e fascista da una parte e il totalitarismo comunista dall'altra: la "guerra civile", come scontro tra concezioni totalizzanti e salvifiche della politica - che per Nolte ha il suo atto d'origine nella Rivoluzione bolscevica del 1917 - e la "rivoluzione conservatrice", un complesso fenomeno di reazione ai fenomeni spaesati ti della modernità e della tecnica che accomunò diversi intellettuali tedeschi e coinvolse anche il maestro di Nolte: Martin Heidegger.
Secolo di straordinarie scoperte scientifiche e fondamentali conquiste tecnologiche, il Novecento è stato anche il secolo delle grandi involuzioni: i sistemi totalitari hanno segnato in modo indelebile gli ultimi cento anni della nostra storia; i gulag e i lager nazisti sono impressi nella coscienza collettiva come luoghi simbolo del "male assoluto", della più brutale e inaccettabile sopraffazione dell'uomo sull'uomo. Uno dei maggiori storici del secolo appena passato, Ernst Nolte, analizza la storia europea tra le due guerre, mettendo in relazione tra loro bolscevismo e nazionalsocialismo e presentandoli come fenomeni interdipendenti, originati da un clima storico-politico comune.
La Repubblica di Weimar nacque sotto una cattiva stella. Su di essa gravò fin dall'inizio la pesante ipoteca conseguente alla sconfitta della Prima Guerra Mondiale e sin dal primo giorno della sua esistenza fu sottoposta alla pressione del potente movimento ideologico bolscevico che, superati i confini russi e nel tentativo di realizzare la rivoluzione mondiale, diffuse contemporaneamente in Europa entusiasmo e paura senza precedenti. Infatti il Partito Comunista Sovietico attuò in modo drammatico, anche fisico, il postulato annientamento di classe della grande e piccola borghesia nonché dei contadini benestanti. In Germania il Partito Comunista Tedesco, il più grande formatosi al di fuori della Russia, fece propria questa tesi. Considerata l'inquietudine che questa minaccia alimentava in ampi strati della popolazione tedesca, non deve sorprendere che, con il nazionalsocialismo, si formasse un contromovimento radicale ed estremista in rapida ascesa sotto la guida di Adolf Hitler. Alla fine la fragile Repubblica di Weimar rimase schiacciata fra queste due ideologie opposte, in quanto non riuscì mai a creare nella popolazione una base democratica sufficientemente ampia e consolidata.