Il primo trattato di argomento teologico scritto in latino a Roma.
La Trinità di Novaziano, presbitero romano della prima metà del III secolo, espone la “regola della verità” per definire quale debba essere la giusta fede nelle tre Persone divine e cerca di prendere le distanze da alcune dottrine eretiche allora in circolazione. La maggior parte del trattato si concentra sul Figlio, vero Dio e vero uomo, e chiarisce il suo rapporto con il Padre, ricorrendo costantemente alle Scritture. Pur proponendo in alcuni punti interpretazioni non del tutto ortodosse ciò, tuttavia, non sminuisce il valore di questo primo trattato di argomento teologico scritto in latino a Roma. L’ultima traduzione italiana de La Trinità di Novaziano è stata curata da Vincenzo Loi per la serie Corona Patrum e risale al 1975. Tre anni prima era stata pubblicata da G. F. Diercks una nuova edizione critica pienamente soddisfacente (Corpus Christianorum. Serie Latina). La presente traduzione è la prima in lingua italiana a basarsi interamente sul testo di Diercks e, nel commento, tiene conto di numerosi contributi recenti.
Descrizione dell'opera
Negli anni della persecuzione dell’imperatore Decio, il presbitero di Roma Novaziano scrive una lettera pastorale in cui ripercorre le motivazioni del rifiuto cristiano degli spettacoli pagani. Il tema, già affrontato da Tertulliano e qui riproposto all’attenzione della comunità cristiana con nuove sfaccettature, offre oggi all’analisi storico-religiosa alcuni punti fermi: il rischio della contaminazione con l’idolatria; il rifiuto degli usi e dei costumi pagani in forza di una nuova morale e di una propria concezione del mondo; la necessità di un riconoscimento e di una forte autoaffermazione della comunità dei cristiani sulla base della lettura e dell’interpretazione del testo sacro.
Il testo è offerto in traduzione italiana.
Sommario
Introduzione. Gli spettacoli.
Note sull'autore
Novaziano. La sua data di nascita, non tramandata da alcuna fonte, viene di norma collocata intorno all’anno 200, in considerazione del ruolo già rilevante nella comunità romana attestato nel 250. Dopo l’elezione di Cornelio a vescovo di Roma (251), Novaziano si fece consacrare vescovo e difese posizioni intransigenti finendo per essere scomunicato nel Sinodo di Roma. Sarebbe morto martire nel 257 sotto Valeriano.